Reich mir die Hand., NC17, Adult Content, Character death, Lemon.

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‚Melissa;
view post Posted on 29/12/2011, 17:13




Titolo: Reich mir die Hand.

Autore: - brokenframes .
Rating: NC17.
Avvisi: Adult Content, Character death, Lemon,
Genere: Romantico, Erotico,
Disclaimers: Tom e Bill non mi appartengono in nessun modo, così come i Tokio Hotel. Tutto ciò che è narrato in queste pagine è solo frutto della mia fantasia, e ovviamente non ci guadagno assolutamente nulla.

Note dell'autrice:
Ma saaalve t.t sono alquanto scettica per quanto riguarda questa nuova FF. Vi confesso, che non ho MAI finito una FF . . . e questa, vorrei finirla lol
Ad ogni modo, io spero che vi piaccia! Ovviamente, se ci saranno dei commenti negativi, li accetterò perchè so che comunque non è un capolavoro, assolutamente. Beeene, buona lettura (Y)



“ Remember, to me you’ll be forever sacred... I'm dying but I know our love will live. “

Prologo.
Mancava soltanto un mese al diciottesimo compleanno dei gemelli.
Sarebbero diventati adulti, liberi, anche se non avevano mai avuto divieti da parte della madre o del “ padre. “
Il loro padre era andato via quando avevano solo sei anni, li aveva lasciati come se a lui non importasse nulla di loro, come se non fossero mai esistiti.
Si faceva sentire soltanto durante le festività, e oramai i due gemelli non rispondevano né alle sue chiamate, né alle sue cartoline. Jörg aveva sposato una donna di nome Nikita, una polacca da cui ebbe una figlia che chiamarono Christine e che i gemelli non videro mai.
In passato il padre aveva picchiato talvolta la madre, e i due gemelli si sentivano impotenti. Non potevano aiutarla in alcun modo. Il loro padre, non veniva considerato tale dai gemelli.
Per loro era come se fosse morto. Si era pure permesso di offendere in modo pesante Bill.
- Guardati, guardati allo specchio. Non vedi come sei diventato? Se non fossi tuo padre, penserei che fossi una ragazza.
marcò quell’ultima parola in modo pesante, facendola sembrare un vero e proprio insulto.
Simone non seppe mai nulla di tutto ciò, perché conoscendo la madre Bill sapeva che non si sarebbe fermata ad una semplice “ ramanzina “ .
Dopotutto, ai gemelli non importava più niente. Bill aveva Tom, Tom aveva Bill, si appartenevano da sempre. Non importava nient’altro.

Capitolo I.

Bill era ormai con i gomiti poggiati sul tavolo a pensare al regalo di compleanno per Tom, da più di mezz’ora. Tom era andato con Georg a fare climbing. Con quale coraggio, pensò Bill. Si moriva di caldo, e se fosse stato in Tom sarebbe rimasto a casa piuttosto che andare a fare climbing.
Sbuffava, e disegnava linee immaginarie con le unghie sulla superficie del tavolo.
- Oddio, oddio, oddio. – disse sottovoce, mettendosi dritto. –
CI SONO. ODDIO, CI SONO! – urlò, saltellando e battendo le mani. Corse a prendere carta e penna, e si sedette nuovamente con un sorriso a trentadue denti. Rimase altri cinque minuti a pensare ed iniziò a scrivere.
Dopo più di due ore, smise di scrivere e rilesse il tutto.
Du bist alles was ich bin und alles was durch meine Adern fließt, immer werden wir uns tragen. Egal wohin wir fahr'n, egal wie tief … Ich will da nicht allein sein lass uns gemeinsam in die nacht. In die nacht, irgendwann, in die nacht nur mit dir zusamm’.
- Questo è tutto ciò che sono riuscito a scrivere in.. DUE FOTTUTE ORE?! Devo. Calmarmi. – urlò, alzandosi dalla sedia.
- Uffa, non è giusto! NON.E’.GIUSTO! – iniziò a piagnucolare e si fermò al centro della stanza. – però, sono davvero un bravo scrittore. – disse sicuro di sé, annuendo.
– Oddio, parlo da solo. – disse spalancando gli occhi e mettendosi le mani sul volto. In quel momento, la porta di casa si aprì ed entrò Tom.
Posò le chiavi sul mobile accanto alla porta, e poi aggrottò le sopracciglia guardando Bill che gli sorrideva sbattendo le palpebre.
- Ehm, Bill? – disse guardando il moro perplesso.
- Ehm, si? – rispose Bill indietreggiando.
- Che hai? Hai una faccia da.. ebete. – disse trattenendosi dal ridere, e si diresse verso la cucina.
- Cos’è questo? – disse prendendo il foglio sopra il tavolo.
Bill spalancò gli occhi e corse subito verso Tom, strappandogli il foglio dalle mani.
- Nulla, nulla. Niente che possa riguardarti! Non è di certo il tuo regalo di compleanno! – disse Bill, facendo poi una linguaccia al gemello.
- Ahm.. non ho mai detto che questo.. foglio.. sia il mio regalo di compleanno. – disse guardando Bill stranito.
- Ma l’hai pensato, vero? Eh, eh, EH? – urlò Bill, sbandierando il foglio davanti al viso di Tom.
- Bill, piccolo, cosa ti affligge? – disse Tom con tono da psicologo, accarezzando il viso di Bill.
- Niente, sono solo stressato! Senza motivo! – disse Bill piagnucolando. – Tomi, ti va di cucinare la cena con me? –
- Mamma non viene stasera? – domandò.
- No, idiota. Altrimenti non te l’avrei chiesto.
- Mmh.. io avrei un’idea migliore. – affermò Tom, sfoggiando il suo solito sorrisetto.
- Sarebbe? – domandò Bill, incrociando le braccia ed inarcando un sopracciglio.
- Uhm. Ti andrebbe di.. cantare? – Tom guardò Bill, facendosi serio in viso.
Bill e Tom, non cantavano e suonavano insieme da un bel po’ di tempo. Bill sorrise e guardò Tom.
- Certo che mi va. Ovviamente, tu suoni. – disse, ridendo.
- E’ ovvio, non mi metto mica a ballare la macarena! – disse, ridendo anche lui – sù, andiamo. – disse prendendo Bill per il braccio.
- Ouch! Mi fai male così. – disse Bill, liberandosi dalla presa del gemello.
- Ops. Scusi. Tu aspetta qui, salgo in camera a prendere la chitarra. – disse Tom ridacchiando, facendo cenno a Bill di rimanere dov’era. Il moro, si sedette sul divano, impaziente di passare il resto della serata con Tom.


***
- Bill, sbaglio o hai stonato? – domandò Tom, trattenendo una risata.
- STAI. ZITTO. – disse Bill, fulminandolo con lo sguardo.
- Dai, riproviamo. –
- Mh. – annuii, e Tom iniziò a suonare. – Wir bleiben immer, schreiben uns in die Ewigkeit, ich weiss dass immer irgendw… - Bill smise di cantare, quando si accorse che Tom smise di suonare. – Ehm.. Tom? Per quale assurdo motivo hai smesso di suonare? – domandò Bill.

Tom scosse il capo.
- Oh.. nulla. E’ solo che.. –
- E’ solo che? – disse Bill incitando Tom a continuare la frase.
- E’ solo che, sei bellissimo quando canti. –
Bill non riusciva a far uscire un suono dalla sua bocca. Si era bloccato a quelle parole, dette dal fratello.
- Oddio, Tom.. io.. – arrossì visibilmente, nascondendo il viso tra le braccia.
- E sei adorabile quando arrossisci. –
- Tom Kaulitz. Smettila, o scoppierò dalla vergogna! – disse scherzando.
- No, seriamente. – disse avvicinando il proprio sgabello a quello di Bill. – sei meraviglioso. –
Bill non disse nulla alzò soltanto lo sguardo, che si scontrò con quello di Tom.
- Ahm.. fa caldo qui dentro. – disse, guardando altrove e agitando le mani tentando di soffiarsi.
Tom scosse la testa, e scoppiò in una sonora risata.
Quelle parole, gli erano uscite spontanee. Non le aveva pensate prima di dirle. Le aveva dette, perché si sentiva di dirle.
Ed ora l’unica cosa che voleva fare, era abbracciare Bill. Sentire il suo calore, sentire il suo dolce profumo, e accarezzargli il viso.
- Bì.. vieni qui. – disse Tom, poggiando la chitarra al muro.
Bill si alzò dallo sgabello, e si sedette sulle gambe di Tom.
Tom abbracciò Bill dolcemente, sentendo quel suo dolce odore e ‘carezzando i suoi capelli.
- Hai sempre un buon odore.. – sussurrò Tom all’orecchio del gemello.
Bill nascose il viso sul collo di Tom, arrossendo ancora una volta, ma senza che Tom lo vedesse. Adorava stare abbracciato a Tom; quando lo faceva, per lui non esisteva più nulla, e lo stesso era per Tom. Da sempre, sin da quando erano piccoli. In quel momento, Tom prese il viso di Bill e lo accarezzò con dolcezza. Lo guardò negli occhi, quegli occhi così uguali ai suoi; quegli occhi, che si rispecchiavano nei suoi.
- Ti amo, Bì. – sussurrò nuovamente Tom.
- Anch’io Tomi. – disse Bill, stampando un bacio sulla guancia di Tom.

Si ricordarono entrambi, di quella volta che avevano otto anni. Erano in classe, sotto il banco, che giocavano a “ carta, forbice, sasso “ qualche minuto prima dell'intervallo.
- Tom, ti voglio tanto bene. – disse Bill, avvicinandosi al gemello.
- Anche io ti voglio tanto bene, Bill. – sorrise.
Bill si avvicinò al viso di Tom e lo guardò negli occhi, poggiò le proprie labbra sulle sue.



FINE.


Allooora. Posterò ogni volta che potrò t.t Spero che sia di vostro gradimento! A presto con il secondo capitolo. : )
 
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