Hollywood

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miss_lussuria
view post Posted on 6/7/2011, 20:00









Autore: miss_lussuria
Genere:Romantic, Hot
Titolo: Hollywood
Prologo: Katherine co-direttrice dell'Universal di Los Angeles, che all'apparenza può sembrare un soldato, ha una cotta da anni per un suo collega di lavoro. Quando i Tokio Hotel arriveranno in città per registrare l'album dovrà fare i conti con le scappatoie segrete del bel chitarrista e dei capricci delle rockstar, ed infine grazie all'aiuto di uno di loro riuscirà finalmente a conquistare il suo adorato uomo!... MA....



Ringrazio Titta per la l'immagine.. :D




Intro




Kate fece un piccolo taglio nella grossa bistecca sul piatto, facendo uscire sangue, amava le bistecche al sangue e in quel ristorante sulla Lond felz Bulevard lo chef cucinava dell'ottima carne, così quando l'aveva chiamata John Calligan per una cena aveva immediatamente proposto quel locale.
Ora le sedeva dinnanzi intendo a mangiare una porzione di gamberi con salsine, l'aveva immediatamente considerato un errore portarlo in quel ristorante, ma purtroppo non si conoscevano da molto anzi non si conoscevano affatto. Si erano incontrati la settimana prima nello studio di Peter Hoffaman, quando lei era entrata tutta spedita John che era seduto sulla poltrona d'innanzi la scrivania si era girato di scatto e aveva intravisto un viso stupendo ma inespressivo e quegli occhiali che aveva sl naso le stavano così bene da farla apparire una di quelle professoresse tutto pepe, credeva che fosse le più bella ragazza che avesse mai visto. Purtroppo le sue idee cessarono d'esistere come un fiorellino in mezzo all'asfalto della 5th Avenue, aveva pensato ad ore al suo corpo sensuale che era sacrificato nel brutto completo nero che le aveva visto quella mattina, l'aveva immaginata come una segretaria sexy che una volta entrata nel letto di un uomo le avrebbe fatto girare la testa, tutti ne erano convinti, perché oltre a quella sua coda di cavallo che le pendeva dalla nuca e quel viso struccato ci dovesse essere una bomba del sesso. Aveva pensato ad ore a come chiamarla e chiederle di uscire, ma poi alla fine aveva composto il numero e l'aveva telefonata, così ora si ritrovavano al ristorante dove servivano per la maggior parte carne arrosto - Piatto per cui non andava matto- e in più la ragazza stupenda che aspettava in un fantastico vestitino rosso, si era presentata nello stesso completo della settimana precedente. Lei aveva ordinato una bistecca al sangue e mentre le praticava incisioni la sua voglia di abbandonare quel posto aumentava a dismisura.
<<dimmi John, che lavoro fai?>> Le chiese portando alla bocca un pezzo di carne.
<<sono nel campo immobiliare, per ora mi limito a compilare scartoffie ma prima o poi diventerò famoso>>, appena finì la frase un sorriso forzato gli uscì facendo comparire sul volto delle fossette.
Al contrario però sul viso duro di Kate non comparve nulla anzi le ciglia in quel momento smisero di muoversi.
<< Aah, comprendo.>> Si era limitata a rispondere, aveva pensato che il suo fosse uno di quei lavori sottopagati e che lui fosse uno scansafatiche che a malapena era riuscito a prendere la laurea in economia aziendale.
Lasciò le posate sul tavolo e poi senza farsi notare diede una sbirciatina al foglio che aveva in grembo, '' Lista di argomenti per un appuntamento'' era ciò che aveva scritto Tina, la sua segretaria, che l'aveva aiutata per quella sera. Prima di quell'appuntamento aveva conosciuto Mike Rush, un avvenente avvocato newyorkese, ma come da programma l'aveva scaricata dopo due appuntamenti, dopo di lui erano seguiti Anthony, Matt, ed altri uomini di cui almeno una decina divorziati, che puntualmente dopo 3 o massimo 4 appuntamenti avevano deciso di darsela a gambe elevate.
Non era di certo brava con gli approcci amorosi, così si era rivolta all'unica amica che aveva la segretaria Tina, amica di circostanza naturalmente, le aveva detto di essere meno formale più sciolta e sbarazzarsi di quegli occhiali. Purtroppo era stata cresciuta da un padre comandante dell'esercito Statunitense e ciò voleva dire Fermezza, orgoglio, coraggio, lealtà, professionalità ed altre virtù che ci si aspetta da un bravo soldato, perciò non era l'aspetto che contava ma bensì come si è dentro.
Quando hai un certo aspetto e un certo nome, la gente si fa sempre delle idee ben precise su di te, e per anni Kate aveva combattuto questa guerra, ma per la prima volta aveva cacciato un pezzo di fazzoletto bianco, non l'aveva di certo presa come una 'resa', bensì come una piccola pausa. Così si riconcentrò sul foglietto che aveva sulle gambe.
Lesse gli ultimi due punti, uno diceva ''film'', l'altro '' Hobby'', ben sapendo che in nessuno dei due avrebbe potuto parlare gran che, optò per i film, almeno li la sua cultura aveva un po' più chance di farsi avanti.
<<dimmi hai visto qualche film ultimamente?>>
<<uno sulla guerra in Iraq, credo si chiamasse Dear John, sai mi ha colpito il nome>>, continuò ridendo nuovamente.
Adesso aveva compreso perché aveva preso economia all'università, i ragazzi spiritosi avrebbero fatto carriera come avvocati, come giudici, mentre quelli come lui che non erano bravi a comporre nemmeno una battuta con del senso, erano destinati al ramo dell'economia.
La serata continuò tra discussioni monosillabate, in cui Kate si limitava a rispondere con un leggero accenno del capo, diede la colpa della timidezza del ragazzo al fatto che quello fosse ancora il primo appuntamento così, alla fine della serata quando oramai erano fuori dal ristorante, si mosse verso la propria borsa per prendere l'agenda.
<<e' stata una bella serata, quando saresti di nuovo libero?>>
John, per poco non fece cadere gli occhi, non credeva alle proprie orecchie, per lei quella era stata una bella serata? Mai in tutta la sua vita aveva avuto un peggiore appuntamento, e lui di appuntamenti andati male ne aveva passati, ma quello li batteva in assoluto, tralasciando il suo aspetto e l'avventata sulla bistecca, quella donna era insopportabile, aveva il corpo ed il viso di una 24enne e la mente di una vecchia zitellona di 40 anni.
<<ehm, non credo sia una buona idea, se devo essere sincero.>> Si limitò a dire due parole per poi fuggire sotto la sua macchina.
Non ci poteva credere, era ancora lì, John dopo il loro primo appuntamento l'aveva già scaricata, mollata sul marciapiede di fronte al ristorante da Beppe's.
Quando ritornò a casa, la prima cosa che fece fu scolarsi una bottiglia di vino rosso, che aveva nel frigo da chissà quanto tempo.





Note dell'autrice: Salve a tutte, (spero siate numerose a leggere), per ora ho messo una piccola bozza del primo capitolo, so che non è un gran che, ma serve per dare l'idea del carattere e del modo di fare di Kate... Ora un'ultima cosuccia, SIATE SPIETATE!!
 
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Zary96
view post Posted on 7/7/2011, 17:28




sono curiosa mi piace .. posta presto =)
 
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miss_lussuria
view post Posted on 7/7/2011, 18:05




Spero di postarlo entro stasera.. per allungarlo un po', ossenno leggerai una cosa corta e striminzita.. ^^
 
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Zary96
view post Posted on 7/7/2011, 18:22




va bene ù.ù
 
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°Follow Your Dreams°
view post Posted on 7/7/2011, 21:45




ed eccomi qui sotto minacce a leggere la tua fan fiction hahaha scherzo...e brava direi proprio che sei migliorata ora voglio Tom su su...e anche altre cose mi conosci :)
ps: prego per l'immagina quando vuoi sono qui :D
 
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miss_lussuria
view post Posted on 8/7/2011, 14:48




hihih...^w^... grazie per essere passata...
Sto cercando di finire il capitolo, per far almeno comparire Tommuccio... ;)

p.s. sono felice che ti piaccia.. :)
 
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miss_lussuria
view post Posted on 8/7/2011, 18:16





Capitolo primo.


La sveglia suonò puntuale alle 6:30, e qualche minuto più tardi Kate era già sotto la doccia, tutte le mattine la stessa scena, 10 minuti sotto la doccia, poi dinnanzi il lavandino per sciacquare i denti e 5 minuti per vestirsi, il tutto serviva per essere pronta per le 6:53, ora in cui passava la metropolitana che era appena sotto casa sua. Oramai aveva rimosso dalla mente la serata trascorsa con John, da buon soldato aveva ammesso la sconfitta, ripetendo in mente di aver perso a battaglia ma non la guerra.
Quando arrivò d'innanzi la metropolitana si aggiusto gli occhiali sul viso.
Non aveva mai preso la patente così si era presto abituata alla metropolitana, aveva cronometrato il tempo per arrivare in ufficio esattamente quarantacinque minuti, così le avanzava del tempo per prendere un caffè veloce al bar.
Quella mattina però bruciò anche la penultima tappa, arrivando prima del solito nel suo ufficio al 15 piano della palazzina dell'Universal, in quella giornata sarebbero arrivate alcune star d'oltreoceano, e lei in quanto addetta all'organizzazione degli eventi, avrebbe dovuto recuperare informazioni.
Erano oramai 2 anni che lavorava per Peter, dopo il college, dove aveva frequentato giurisprudenza, in 3 anni si era laureata con successo e infine quell'uomo l'aveva notata e presa a dirigere al posto suo la filiale della Universal che aveva sede a Los Angeles.
Quando l'ascensore richiamò la sua attenzione aveva illuminato il numero 15, piano in cui procedette a passo filato e veloce verso l'ufficio. Contava i passi come i soldati, 1..2, 1..2, come una marcia, erano gl'insegnamenti del padre e nonostante vivesse a più di 500 km da Los Angeles sentiva ancora la sua voce severa nella mente. Persino nel suo Ufficio sentiva il tocco pesante della sua gamba di legno, persa in battaglia con onore, quando era andato a trovarla, le aveva comunicato che quel posto era troppo luminoso e non era adatto a lei, disse che l'avrebbe distratta così aveva tolto le tendine gialline e le aveva sostituite con delle tende grigio chiaro, eleganti e sobrie.
Quel posto era deserto e cupo, così l'aveva definito Elisabeth, la segretaria di Peter, una sua coetanea che andava in giro con maglie a maniche corte anche d'inverno e dei jeans a vita bassa dove ai fianchi le si potevano intravedere gli slip rosa, così Kate nella sua mente l'aveva soprannominata Betti-slip, e catalogata come un errore della società.
Tina ancora non arrivava, e quindi nessun messaggio poteva essergli riferito, così indisturbata si concentrò sullo studio per il proprio lavoro, ricercando il nome della band su una pagina della sua agenda.
Aveva passato parecchie pagine, ma alla fine riuscì a trovare quel fogliettino.
Inserì il nome nel database e in seguito comparve una scheda sulle informazioni, le passò tutte velocemente fino ad arrivare al nome del manager, persona che secondo lei era unica ed essenziale, lesse attentamente il numero poi lo digitò sul telefono.
Aspetto un paio di 'bip', fin quando qualcuno non rispose.
<< Pronto?>>
<<salve, sono Kate Spring dell'Universal, vorrei sapere verso che ora è previsto l'arrivo dell'aereo?,anche perché le turbolenze della scorsa notte hanno ritardato gli arrivi di parecchi voli, per caso anche il vostro ha subito dei cambiamenti?>> Parlò veloce, per non dare il tempo d'interromperla, giacchè la frase era parecchio lunga. Poi silenziosamente aspettò la risposta.
<<effettivamente abbiamo incontrato una turbolenza, ma pare che non ci siano stati spostamenti d'orario, quindi atterreremo per l'ora prevista.>> La sua voce risultava serena e rilassata, aveva sentito parlare di Kate da Peter ogni volta che s'incontravano, la reputava un vero asso nel campo, e adesso che la sentiva parlare, beh iniziava a dare ragione al proprio amico.
<<la ringrazio, allora credo che ci vedremo per le 10:30 all'aeroporto per poi accompagnarvi all'hotel, ora la saluto, arrivederci.>>
Riattaccò il telefono, non aspettando che quest'altro la salutasse.
Quando l'ufficio iniziò a popolarsi si accorse che Betti-slip era già dinnanzi l'ufficio di Carter Bild, con il quale trascorreva la maggior parte del tempo, lui era un uomo stupendo a detta di Kate, elegante e sobri gli piaceva il golf, la buona cucina e le belle serate in compagnia delle donne, i suoi capelli bruni che gl'incorniciavano il viso lo rendevano ancora più affascinante e quei suoi occhi ghiaccio, beh, quelli avrebbero paralizzato anche un giaguaro in corso per un pezzo di carne.
Quelli stessi occhi l'avevano stregata l'anno prima quando si era trasferito dalla Germania per una promozione lì a Los Angeles, quel giorno era entrato nel suo ufficio scambiandolo per quello di Peter e per la prima volta si accorse che il suo cuore batteva, indossava un completo blu con una camicia celestina e una cravatta con i disegni in blu e grigio, e quando tolse il capello in segno d'educazione sentì le sue gambe sotto la scrivania staccarsi completamente.
<<mi scusi credo d'aver sbagliato cercavo Peter.>> Disse gentile con un tono delicato, aggiungendo alla fine un sorriso a 300 denti, gesto che provocò un abbaglio per gl'occhi di Kate, d'allora si erano scambiate pochissime parole e tutte riguardavano o la fotocopiatrice oppure il caffè disgustoso che veniva preparato nella cucina dello stabile, non distante dall'ascensore.
Ripensò piano alle informazione che aveva ripassato in mente poco prima, ed a quelle che aveva letto sul PC, lui si era trasferito dalla Germania, quindi sicuramente le avrebbe potuto fornire informazione sulla band che sarebbe dovuta andare a prendere qualche ora più tardi. Così in mente provò il discorso che avrebbe potuto fare a Carter, si mosse piano tra la scrivania e la porta, quando si girò per chiuderla si accorse di avere un ciuffo della coda fuori posto, così tirò indietro quel capello ribelle e aggiustò meglio gli occhiali sul naso, chissà cosa si sarebbero potuti dire.
Camminò silenziosamente in direzione del suo ufficio, arrivando poi a pochi centimetri, mandò uno sguardo bruto a Betti-slip che subito si rimise a sedere al suo posto.
Le nocche si avvicinarono alla porta mutando il colore della pelle in un bianco, dopo poco un rumore simile ad un ''toc-toc'', invasero le orecchie del ragazzo intendo a cercare dei fogli nel cassetto.
<<e' permesso?>> Disse entrando.
<<avanti>>
Quando lo vide d'innanzi a lei sorridente e felice deglutì a fatica il magone che aveva in gola.
<<ehm, ciao, posso rubarti due secondi?>>
Che domanda stupida!!
<<certo dimmi dimmi..>>
<<se non ricordo male, quando ti trasferisti d'oltreoceano, dicesti di venire dalla Germania, non e che potresti aiutarmi con un gruppo che viene da quelle parti?>>
Le orecchie dell'uomo si rizzarono quando seppe di quella band, se l'intuito non l'ingannava la ragazza stava parlando dei Tokio Hotel, ragazzi che per sua fortuna conosceva fin troppo bene.
<<ricordi benissimo, e se non errò la band di cui parli sono i Tokio Hotel dico bene?>>
Lo sguardo della donna non si mosse e il suo viso non fece pieghe, solitamente le ragazze della sue età accennavano dolci sorrisi mostrando denti abbaglianti, mentre quella ragazza che ora era dinnanzi a lui si limitò ad un cenno col capo. Aveva sempre pensato a lei come ad una bellissima ragazza ma completamente inespressiva, la identificava perfettamente in una di quelle statue mozzafiato che però rimanevano fredde e marmoree, non trasmettevano nulla se le toccavi.
<<li conosco benissimo, ho lavorato assieme a loro per un paio d'anni, quando erano ancora agli esordi.>> Mostrò uno dei suoi sorrisi già collaudati parecchie volte con fanciulle più ostinate di quella che aveva dinnanzi, stranamente però questa continuò ad avere uno sguardo serio e i muscoli delle guance sembravano ancora paralizzati.
<<allora sei la persona giusta per aiutarmi.>> Disse velocemente estraendo da una cartella, che prima d'allora aveva nascosto sulle gambe, mostrò alcune loro foto e poi prese una penna e iniziò a scrivere.
Per quanto quella situazione potesse sembrare strana agli occhi dell'uomo, il ghiacciolo che si trovava d'innanzi alla fine ringraziò cordiale e sparì dietro quella porta vetrata.
Quando ritornò nell'ufficio corse immediatamente al suo posto colpendo più volte le gambe, le maledisse perché per l'agitazione avevano tremato e per poco non cadeva sul pavimento.
Quando furono le 10 l'ufficio ritornò nel silenzio più profondo e l'ascensore era già risalito da qualche minuto, mentre Kate era già nell'auto nera diretta nell'aeroporto.
Prima di scendere aveva raccomandato agli autisti delle 3 auto di non spostarsi anche in caso di multa, poi aveva percorso l'entrata e sorpassato le porte scorrevoli in vetro, fino a quel momento non si era minimamente accorta delle urla alle sue spalle, ma quando una ragazzina l'aveva scaraventata verso un pilastro, notò una centinaio di fan urlanti rinchiuse tra un paio di transenne.
Alcune di loro avevano tra le mani cartelli con su scritto il nome della band, strizzò gli occhi per l'agitazione poi recuperò il telefono nella borsa e chiamò la vigilanza dell'Universal, non desiderava di sicuro avere altri problemi.
La voce metallica dei microfoni prese a parlare, comunicando che il volo numero 74509 da Magdeburgo, sarebbe atterrato tra qualche minuto, Kate buttò il bicchiere oramai vuoto del bar, e si mise ad occhio verso le uscite.
<<david è lì.>>
Mike Rover , parlò forte per farsi sentire dalla ragazza, fino a quel momento avevano scambiato solo due parole, ed una di questa era 'Salve', Mike era un collaboratore di David da più di 4 anni, e aveva accompagnato Kate per far si che riconoscesse i ragazzi.
L'uomo che Mike aveva indicato si stava avvicinando a loro, indossava un jeans scuso una maglia di dubbio gusto con la scritta ''Hard rock caffè'' e sugli occhi un paio di occhiali scuri che completavano l'aria trasandata e sciatta.
<< Vecchio lupo, bentornato a Los Angeles.>>
I due si diedero delle pacche sulla spalla, come due ragazzi ventenni.
<<salve io sono Kate Spring abbiamo parlato stamane per telefono.>>
Kate porse la mano e David la strinse con vigore.
<<si ricordo, beh qui non ve la cavate tanto male Mike, se tutte le produttrici fossero così belle anche in Europa, avremmo molto più successo..!!>>
Il viso di Mike sbiancò immediatamente per quanto conoscesse Kate non l'aveva proprio immaginata come una di quelle donne da molti complimenti ed infatti qualche secondo più tardi Kate aveva già aperto bocca.
Prima che potesse parlare la voce squillante di un ragazzo fece voltare tutti.
<<david, Tom si è perso, prima che scendevamo era andato in bagno, ha detto che faceva subito ma ancora non ritorna.>>
Gli occhi dei tre furono puntati sul viso del giovane, Kate continuò a fissare il suo viso perfetto provando invidia, gli occhi era coperti da un paio di occhiali e i capelli erano stati nascosti dal cappuccio della felpa nera.
<<ora lo chiamo.>> Cacciò dalla tasca dei pantaloni il telefono e compose velocemente il numero.

Il suo corpo era ancora caldo, e il respiro irregolare, la biondina che gli stava di fronte si affrettava a richiudersi la camicia bianca, poi con altrettanta fretta si aggiustò la gonna a tubino e il gilè blu, non capiva come aveva fatto a cadere nella trappola, aveva dato la colpa al suo sguardo, alle sue mani o forse al semplice fatto che era bello. Da quando era sceso l'aereo erano ormai trascorsi più di 10 minuti abbondanti eppure nessuno dei due accennava a voler uscire dalla cabina del bagno, il ragazzo si stava sciacquando il viso, quel viso perfetto che aveva già visto da qualche parte, ma in quegli istanti non ricordava né dove né quando.
Il silenzio fu interrotto dalla vibrazione di un telefono.
<<pronto?... Si arrivo arrivo.>>
Chiuse velocemente il telefono e lo rigettò nella tasca dei pantaloni extra-large, poi si mosse verso l'uscita del bagno, rimanendo immobile la ragazza alle sue spalle.
Una cosa che non sopportava era l'altezza, ne era spaventato come un bambino dal buio e il nervosismo di quella giornata in cui era stato rinchiuso nell'aereo, aveva aumentato la sua ansia.
Quando aveva visto quella ragazza aveva immediatamente capito cosa fare per calmarsi così l'aveva sbattuta nel bagno, ed il resto venne da se.
Ora si sentiva rilassato, calmo, e mentre una signora anziana gl'indicava la via aveva già smesso di pensare alla ragazza, di cui aveva dimenticato anche il nome.
La prima persona che vide appena uscì fu Georg che continuava a sbuffare per la noia, forse avrebbe dovuto avvisarli, sorrise appena pensando al viso che avrebbero fatto quando gli avrebbe detto che era troppo occupato a fottere con la biondina!!..

 
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Zary96
view post Posted on 8/7/2011, 23:08




C O N T I N U A =D
 
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miss_lussuria
view post Posted on 8/7/2011, 23:58




Ti è piaciutooo????... ^^
 
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Zary96
view post Posted on 9/7/2011, 10:52




sì =D
 
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miss_lussuria
view post Posted on 11/7/2011, 09:46




ooooh , come sono feliceeeee...
spero di poterlo postare entro stasera.. ^^
 
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miss_lussuria
view post Posted on 11/7/2011, 11:16




Capitolo Secondo




La stanza era di nuovo piombata nel più cieco silenzio peccato che nessuno stesse riposando, anzi il silenzio era dovuto alla non presenza del moro che per quella giornata aveva deciso di non rispettare le parole di David ed uscire dall'Hotel.
Aveva vissuto per due giorni ininterrottamente tra lo studio di registrazione e l'Hotel, e per quanto comodo, lussuoso e splendido potesse essere quel posto non riusciva a rimanerci, aveva disfatto le valigie e persino cenato, si sentiva solo, annoiato.
Quella sensazione era uno di quei motivi che l'aveva convinto ad andare contro le regole di David, lui era stato abbastanza chiaro, niente uscite non programmate e ne tanto meno scappatelle, ma come poteva lui resistere in una gabbia a starsene con le mani in mano.
Non si può rinchiudere una tigre, per quanto bravo posso essere il suo addestratore essa è un animale destinato alla libertà.
Aveva affittato una macchina tramite l'hotel, tanto prima o dopo David l'avrebbe scoperto, ma a quel punto lui sarebbe già stato troppo lontano, quando vide le prime luci della città iniziò a rilassarsi accese la radio, e infine tolse dal pacchetto delle Marlboro una sigaretta e l'avvicinò alle labbra.
Il fumo amaro premeva per uscire dal finestrino e qualche secondo dopo era oramai parte dello smog di Los Angeles, quando trovò un posto sull'asfalto s'affrettò a parcheggiare, quando uscì spense la sigaretta e poi entrò nel bar che si trovava di fronte alla strada.
Non era uno di quel locali lussuosi anzi, il bancone lungo in legno era logoro, i sediolini che vi si trovavano davanti erano tutt'altro che nuovi, ma proprio quell'aria consumata rendeva quel posto accogliente e ''normale''.
Si mosse per andare a sedersi nel posto più nascosto del locale, non voleva essere disturbato da nessuno, così si era messo lì in silenzio aspettando che qualcuno venisse a prendere l'ordinazione.
Non aveva fame, voleva bere così appena la signora arrivò gli ordinò un caffè lungo, non che amasse il caffè ma aveva sempre desiderato provarlo, nei film americani quasi tutti nei bar ordinavano dei caffè e sembravano squisiti all'apparenza, purtroppo però quando arrivò la sua ordinazione la delusione per quel liquido insapore gli fece passare la voglia persino d'assaggiarlo.
Adesso perso a fissare un punto del tavolo sentiva il telefono vibrare, e come aveva fatto già tre volte rifiutò la chiamata di David.
Poi una voce gli fece alzare il volto..
<<ehm.. Scusami, ma ci conosciamo?>>
Quando alzò gli occhi una ragazza con un punto interrogativo sul viso lo guardava curioso, aspettando una risposta.
Non ricordava di conoscerla ma può anche darsi che era una delle tante ragazze con la quale aveva scopato ed ora, come sempre, aveva persino dimenticato d'averlo fatto.
Era bionda, alta, il suo fisico slanciato da sotto la faceva apparire una siluette, si soffermò per qualche secondo sul suo seno, non era molto grande ma il giusto reggiseno glielo aveva alzato tanto da farlo apparire tondo e sodo, ed il top rosso scollato rendeva meglio l'idea.
Tutto sommato poteva anche essere il suo tipo, non era di certo miss mondo, ma comunque era carina, e dopo qualche secondo arrivò a pensare addirittura che fosse bella.
<<se mi dai un piccolo aiutino potrei addirittura ricordarmi di te.. >>
Sorrise spiritoso, quella battuta solitamente funzionava, e infatti la ragazza sorrise.
<<non preoccuparti è naturale che non ti ricordi, in effetti non ci hanno mai presentato, io sono Chantelle… Chantelle Paige>>
La sua mano si era allungata verso il suo viso e lui non perse tempo ad afferrarla, non sapeva chi fosse o perché si dovessero conoscere, però quella per lui era un'ottima opportunità per una bella scappatella, e semmai la ragazza avesse accettato avrebbe addirittura potuto farsela.
<<tom>> Disse lui nel completo imbarazzo, aveva dimenticato il cognome, ma non credeva sarebbe servito a molto. Poi continuò sorridendo malizioso, << Se non hai nulla in programma per questa sera, non ti andrebbe di rimare a farmi compagnia qui, così potresti dirmi perché non ci hanno presentato..e rimediare a questo torto. >>
La ragazza sorrise a sua volta dopo aver udito le parole del moro, credeva veramente che fosse un bel ragazzo ed ora che l'aveva visto in quel bar tutto solo aveva avuto la voglia di avvicinarsi a lui.
Si sedette senza fare molti complimenti e poi assieme ordinarono due cocktail, per rilassarsi e mettersi a loro agio.
Quando la serata finì avevano oramai trascorse più di 2 ore a parlare di cavolate, e di tanto in tanto Tom le aveva messo una mano tra i capelli, vicino al collo, e se aveva provato a stuzzicare la ragazza, beh aveva funzionato benissimo perché dopo qualche minuto rinchiusi in quella macchina non c'era più abbastanza spazio per nessuno dei due, e il vapore sui finestrini davano l'idea ai passanti di cosa stesse accadendo all'interno dell'auto.
Il ritorno all'hotel non fu altrettanto divertente, si dovette sorbire la ramanzina di David che nervoso com'era aveva fatto risvegliare Bill e Gustav.
Il risveglio mattutino che si tenne a 4 km dall'hotel invece fu ritmato come sempre, alle 8:00 in punto aveva già riorganizzato il blocchi degli appuntamenti e il primo della lunga lista prevedeva l'incontro con il manager dei Tokio Hotel al Lively hotel alle 10:00.
Aveva ripensato per ore a quelle persone che era andata a prendere in aeroporto, il manager per quanto efficiente potesse essere aveva tutt'altro che un'aria di un 'adulto', e quelle rockstar su cui aveva rimuginato per ore prima sull'aspetto del vocalist, alla fine dell'ispezione aveva determinato che era troppo NERO, infatti quasi tutti i suoi abbigliamenti variavano dal nero al grigio o qualche spruzzo di bianco, ma il colore che prevaleva era il nero.
Poi si era soffermata sul ragazzo con le treccine che aveva fatto attendere e ritardato gli appuntamenti di quella giornata all'aeroporto, il suo viso e quell'aria da strafottente l'avevano fatta innervosire prima che aprisse bocca, infatti non appena David li aveva presentati lui aveva ricambiato con un leggero cenno del capo, gesto che le aveva attorcigliato le budella.
Gli altri due ragazzi al contrario erano stati molto gentili e cordiali si erano presentati e avevano anche scambiato due parole sui vari appuntamenti che gli aspettavano. Scosse appena il capo per dimenticare momentaneamente i ricordi di quei ragazzi, per poi ritornare al suo lavoro.
Sommando le ore che avrebbe passato sul taxi che la portasse in quel posto aveva ancora 45 minuti per prendere un caffè e rispondere ad alcuni messaggi che Tina le avrebbe portato.
Un toc-toc fece andare sull'attenti Kate, sulla soglia della porta Tina chiedeva di entrare e dopo qualche secondo si ritrovava vicino la scrivania della ragazza.
<<dimmi Tina c'è qualche messaggio urgente?>> Chiese con la solita espressione, o forse è meglio dire In espressione.
<<stamattina mentre venivo qui, mi sono fermata qualche minuto all'edicola di fronte casa mia, e ho trovato questo giornale, ho pensato che forse ne vorresti essere informata.>>
Quando la donna le porse il giornale sulla prima pagine in cartone rigido plastificato si vedeva il viso di due giovani ragazzi che ridevano ed una di questi era Tom Kaulitz, il titolo a cubitali in grassetto diceva: La prima notte a Los Angeles e i Tokio Hotel se la spassano!!.
Per la prima volta sul volto del suo capo Tina vide un sentimento, rabbia, aveva strizzato gli occhi e arricciato le labbra per il nervosismo e con furia raccolse il la borsa e v'infilò con vigore il giornale dentro.
Uscì velocemente dall'ufficio come se sotto ai piedi ci fossero state delle rotelle a spigerla ad una velocità assoluta. Aveva detto qualcosa a Tina mentre l'ascensore risaliva.
<<avvisa il Lively Hotel che tra 30 minuti sarò da loro e spero di ritrovare tutti gli ospiti nella sala riunioni. Che si sveglino!!>>
La voce era sottile e tendente all'astio.
Quando Tina chiamò per informare l'hotel riuscì a parlare con David, dandogli piccoli consigli per farla calmare al suo arrivo.
Non perse tempo e quando la vide entrare aveva fatto trovare tutti nella sala e lui era andato a prenderla nella Hole.
Per quanto fosse strano quella ragazza con la sua aria da soldatino e quello sguardo congelante l'attraevano così tanto da non riuscire mai a staccarle gli occhi di dosso, era bella eccome se lo era, ma per quanto stentava a credere quella poteva anche essere sua figlia.
Quando entrarono nella sala saettò immediatamente sul viso del malcapitato, che in tal caso aveva preso il posto più lontano dal suo.
David al contrario aveva il posto al suo fianco.
<<buongiorno, spero abbiate dormito bene questa notte.>>
Il suo sguardo continuava ad essere fisso sul viso di Tom che aveva nascosto la stanchezza dietro gli occhiali neri, e aveva anche gli occhi chiusi, infatti non si accorse di cosa succedeva attorno a lui.
<<non so come voi facciate oltre oceano, e sinceramente non è nel mio interesse scoprirlo, qui a Los Angeles noi esigiamo , professionalità, puntualità, ordine, educazione, e soprattutto nessuna distrazione!!. >> Il suo tono aveva subito una piccola lieve variazione verso la fine, alzandosi appena sull'ultima parola.
Tutti i presenti, tra cui guardie del corpo,e alcuni addetti ai trasporti, continuavano a fissarla non capendo esattamente cose stesse cercando di dire.
Nonostante tutto nessuno provava a parlare, quella agli occhi dei presenti era una situazione assurda.
<<spero di essere stata chiara, ora siete pregati di andare a prepararvi, vi aspettano alcuni appuntamenti.>>
Tutti si alzarono per uscire, e quando Tom si mosse verso l'uscita la voce squillante di Kate lo richiamò veloce.
<< Tom , tu rimani devo parlare con te!>>
Quando nella stanza rimasero Tom, Kate e David, l'aria era oramai diventata pensante come se fossero stati costretti a respirare metallo.
Il tavolo era ancora una volta costretto a rispecchiare le loro 3 figure, fin quando un rumore simile ad un 'plac', fece camminare velocemente i loro occhi su quel giornale che ora si trovava sul tavolo.
<<questa non è una vacanza dove si gioca ad acchiapparello, voi siete venuti per registrare il vostro disco, se non riesci a tenere a bada i tuoi ormoni tanto vale che rimandare questo lavoro.. Come ho detto poco prima non voglio distrazioni, né da parte dei vostri collaboratori, né da parte delle star.>>
Detto questo uscirono entrambi dalla stanza e David per quando sconvolto potesse essere sorrideva contento per quella ragazza era sorprendete l'autorità che aveva, l'aveva sorpresa allora, e continuava a sorprenderla adesso.
Al contrario di David, il moro non aveva trovato nulla da ridere in quelle parole e in quella ragazza anzi una forte voglia di vendetta si era insinuata in lui.
Scorse nella rubrica il numero di Chantelle, poi la chiamò aspettando che rispondesse.
<<ciao Chantelle, ti andrebbe di vederci in settimana?? Vorrei portarti in un posto…>>


sono riuscita a metterlo, purtroppo non è uscito molto lungo.. :( confido che vi piaccia ugualmente..,
 
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Zary96
view post Posted on 11/7/2011, 19:52




woooo o.o continua =)
 
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miss_lussuria
view post Posted on 13/7/2011, 11:17




Capitolo Terzo


Quando Tina entrò nell'ufficio le tremavano le gambe quella era la terza rivista che pubblicava foto di Tom assieme a Chantelle, la prima era a quel sudicio bar, la seconda di loro due al porto, e l'ultima che ora era nella mano di Kate raffigurava loro due mentre si scambiavano un bacio.
Tina per poco non fu colpita dal giornale che volava per aria, quando Kate l'aveva vista era saltata su tutte le furie, per 3 settimane quel ragazzo non aveva fatto altro che combinare guai, il suo telefono aveva squillato per ore alcune volte anche la notte.
C'erano due cose che odiava, la prima erano le persone e le cose sudice e la seconda il fatto di non poter avere tutto sotto controllo, e per quanto ne sapeva Tom Kaulitz aveva fatto di tutto per farle perdere il controllo. Persino la sua coda di cavallo che solitamente era sempre in ordine adesso presentava una sgualcitura da un lato.
Alla fine della settimana Peter era arrivato a sapere la faccenda, ed aveva rimesso tutto apposto parlando con il manager del gruppo della ragazza la questione si era chiusa con l'intervento di un Peter Hoffman, arrabbiato e nel pieno delle sue vacanze in Australia.
Ciò significava che la sua promozione a Produttrice esecutiva, era stata messa in discussione.
Odiava quella situazione, in tutta la sua vita era stata addestrata a combattere ad alzarsi quando si cade, ma mai a competere con un ragazzino viziato che non fa altro che accoppiarsi.
Lei abituata ad avere il minimo controllo su tutto ora aveva perso anche quello.
Aveva lavorato una vita per raggiungere il suo scopo ed improvvisamente sembrava spazzato via da un ragazzino!.
Il nervosismo di quella mattina l'aveva fatta ritardare e nell'ascensore si era ritrovata con Carter, motivo che l'aveva portata in una fase di catalessi.
<<come va Kate?, Tutto bene con i ragazzi?..>>
Probabilmente in quella settimana Carter aveva deciso d'ignorare le notizie che circolavano nello studio e di concentrarsi sul suo lavoro, anche perché nessuno l'aveva visto in giro per giorni.
Kate aveva girato il viso di scatto provando a rispondere con veemenza, ma quando incontrò il suo sguardo nemmeno tutto il suo addestramento dal Caporal maggiore serviva a molto.
Si fece animo e coraggio e rispose gentile.
<<non proprio, è dovuto intervenire Peter per calmare la marea delle foto che circolavano su Tom.>>
L a voce non era più un dolce flebile fruscio, ma bensì un uragano di emozioni, tra cui disprezzo, rabbia e irritazione.
<<eh, sì, quel ragazzo è indomabile, non puoi farci proprio nulla.. >> L'ascensore suonava il piano d'arrivo e Carter la salutò con un 'Ciao', per poi dileguarsi nel suo ufficio.
Adesso il suo passo era lento, moscio, si dirigeva con calma verso l'ufficio salutando Tina con la mano, non era una giornata buona per lavorare, non si sentiva stanca ma bensì furiosa, e nell'esercito quando la rabbia si insinua nel tuo corpo l'unico modo per dileguarla e farla svaporare con movimenti lenti, prima o poi si sarebbe calmato.
Persino il caffè quella mattina era ''lento'', tutto sembra procedere ad un ritmo basso l'ascensore andava piano le segretarie lavoravano piano, tutto era calmo, piatto.
L'unico sollievo di quella giornata fu la chiamata di David che venne annunciata da Tina alle 12 e 45, non si dovevano incontrare per due o tre giorni, cosa voleva adesso?..
<<pronto?>>
La sua voce risultava priva di grinta, ma comunque curiosa.
<<ciao Kate, sono David volevo chiederti se verresti stasera in Hotel, ho un paio di cose da chiederti che preferirei discutere a voce, e non tramite un telefono.>>
David aveva usato la sua stessa tattica, infatti aveva parlato come una macchinetta.
<<certo David, verrò alle 18:00, così avrò tempo per sciacquarmi a casa e raggiungerti presto.>>
Chiusero quella chiamata alle 12 e 55, dopo aver parlato di varie faccende che riguardavano le interviste e le questioni dell'agenzia stampa.
Quando arrivò a casa erano le 16:05, sperava di ritornare prima ma Tina le aveva portato dei documenti da firmare, e quindi era rimasta a controllarli in ogni minimo dettaglio.
Stette 10 minuti sotto la doccia e riuscì persino a lavare i capelli, non che li avesse veramente sporchi, ma comunque preferiva sciacquarli. All'uscita dalla doccia asciugò i capelli e infine li racchiuse nella solita coda di cavallo, guardò per qualche secondo la sua immagine riflessa nello specchio, poi uscì dal bagno per vestirsi, non aveva molti abiti anzi non ne aveva affatto, erano tutti tailleur o neri o gessati, semplici e comodi.
Indossò un reggiseno sportivo nero e una camicia bianca che abbottonò fin sotto al collo, un pantalone nero e le solite scarpe da tennis nere, per rimanere comoda anche in quel caso.
Quando uscì da casa erano le 17:00 in punto, prese un taxi per arrivare in hotel e come da programma ci mise 55 minuti, ciò voleva dire che era in perfetto orario.
La luce elettrica dell'hotel illuminava tutta la strada e quando entrò un uomo gentile le aprì la porta, nella Hole David la salutò con un Buonasera cordiale per poi aspettare la risposta della ragazza.
<<buonasera David, spero di non essere in anticipo.>>
Mentire non era il suo forte, e sorridere nemmeno quindi si limitò ad arricciare leggermente le labbra in un ghigno alquanto mal riuscito.
<<vieni che ci aspettano in sala..>>
David le fece segno di seguirla e quando arrivarono nella sala quasi non cadde a terra stremata.
Carter Bild era seduto con un bicchiere di martini tra le mani e l'oliva penzolante nel bicchiere semivuoto.
Indossava una camicia celestina a striscioline grigie sbottonata ai primi due bottoni e un pantalone a completo, i capelli erano stati portati dietro con della gelatina e i suoi occhi erano ancora più belli sotto le luci panna del locale.
<<buonasera>> Disse non appena riuscì a riprendersi.
Si accomodarono al tavolo e David ordinò un martini anche per lei, per poi concentrarsi a parlare di lavoro.
Per quasi due ore aveva tenuto lo sguardo fisso sul portatile del manager per mostrargli le varie location per le foto dell'album, poi avevano fissato gli appuntamenti con Russell Jerrel , fotografo.
Per tutto quel tempo non aveva rialzato nemmeno per un attimo lo sguardo, tranne che per qualche occasione in cui David le parlava, Carter aveva d'dapprima discusso con Mike Rover e poi entrambi erano usciti a fumarsi una sigaretta assieme.
Quegli furono gli unici minuti in cui riuscì a respirare.
<<credo che faremo decidere ai ragazzi quale delle due location sia migliore per quanto mi riguarda preferirei quella in città, ma conoscendo i progetti di Bill preferirà sicuramente quella vicino il porto.>>.
Alla fine della serata avevano riorganizzato tutto e David finalmente poté rilassarsi sorseggiando del whisky, Kate rimise tutti i suoi strumenti nella borsa e poi si alzò per salutare tutti.
<<bene, credo sia arrivato il momento di andare, mi sembra sia tutto in ordine.>>
<<kate, non dire sciocchezze, rimani tra un po' ceneremo e sarebbe carino se rimanessi assieme a noi, promettiamo di non fare tardi e poi Carter potrà riaccompagnarti a casa senza riprendere uno di quei taxi..>>
David intervenne tempestivamente giocando con gli sguardi di Kate e Carter.
<<certo, dai Kate non ci saranno problemi per il ritorno, rilassati per un po'.>>
Carter le sorrise per rassicurarla e infine le fece segno di riaccomodarsi.
<<e poi tra qualche secondo ci raggiungeranno i ragazzi, così potremmo conoscerci un po' di più.. >> David sapeva come giocare le sue carte, sapeva del disprezzo che correva tra il chitarrista e la mora, così si era trattenuto da dirlo prima che potesse accettare.
Quando andarono nella sala ristorante Kate si sedette al fianco di Georg con cui aveva parlato per lungo tempo delle partite di football dei Red Angeles, squadra che il padre le aveva insegnato ad amare, e che Georg aveva apprezzato in quelle due settimane.
Per fortuna Tom non accennava a scendere, cosa che era meglio se si sarebbe verificata il più tardi possibile.
<<ciao Kate, tutto bene?>> Quando la voce dolce di Bill raggiunse la ragazza si accorse di averlo alle spalle.
<<salve Bill, certo, ti ringrazio per avermelo chiesto, spero che anche per te vada tutto bene..>>
Cercò di apparire gentile, cosa che non era molto abituata a fare, ma visto i risultati che Tina otteneva con tutti, si domandava se avrebbe funzionato anche con lei.
<<oh, cosa sono tutte queste formalità.>> Le sorrise divertito Bill.
Per quanto strano potesse apparire tutti l tavolo credevano di ritrovare una Kate più gentile forse addirittura più 'umana'.
Purtroppo tutte le loro speranze di poterla vedere in quella nuova veste non durarono molto.
<<buonasera gente.>>
La sua voce grave fece girare i volti di tutti i presenti e in pochi secondi gli occhi congelanti di Kate incrociarono quelli marroni e caldi del ragazzo, che a sua volta fece spuntare sul volto un espressione inorridita e disturbata.
<<tom, cavallo pazzo.>> La voce di Carter lo richiamò per salutarsi.
I due si abbracciarono come due amici di vecchia data, persino Carter aveva abbandonato l'aria da perfetto Produttore e indossato una veste più comoda e scherzosa.
Quando finalmente furono seduti a tavola Tom si appurò a prendere il posto più distante da quello della ragazza, che tra tutte le presenza della serata era quella che più non sopportava.
Chissà perché il suo odio verso quella ragazza aumentava a dismisura ogni qual volta la vedeva, forse erano i suoi occhi così freddi, oppure quel viso uguale ad una maschera in porcellana, inespressiva e biancastra, talvolta addirittura intimidatoria.
Continuava ad osservarla in ogni dettaglio, di sicuro non era femminile, tutt'altro, quella camicia che aveva abbottonato fino al collo nascondevano ogni strato di pelle, e quella coda da cavallo mostrava in lei solo il viso di un Sergente. Tra tutte le domande che gli erano sorte quella che continuava ad assillarlo era chiedersi se le sue ciglia sbattevano?..
Rimase fisso qualche secondo cercando di scrutare i più piccoli movimenti dei muscoli facciali, ma nulla.
Poi ad un tratto i suoi occhi si chiusero, fu uno scatto veloce ma lui fu abbastanza scaltro da notarlo, tutti avevano ordinato cibi speziati con salsine, quando arrivò alla sua ordinazione lei confermò la bistecca al sangue.
Cosa che fece voltare la maggior parte dei presenti, che stupiti si aspettavano dell'insalata con salsine.
Per l'ora che scorse, si ritrovò a parlare per qualche strana ragione con Bill di magliette da donna, mentre nella mente immaginava il robot che era al tavolo con un completino intimo in pizzo rosso, sorrise ai movimenti meccanici che avrebbe potuto fare.
Mentre i suoi pensieri venivano interrotti dai discorsi di Carter uno sguardo continuava a girare impacciato.
<<come è possibile che preferisci New York a Los Angeles, bisogna avere fegato amico mio.>>
Carter aveva iniziato a discutere sulle città in cui la Universal l'aveva sbattuto anno dopo anno, e David di come si trovasse male a Los Angeles, forse era per le temperature, per quel caldo che ti appiccicava ogni indumento o materiale esistente, per uomini come lui cresciuti nella fredda Germania trasferirsi in città eccessivamente calde e afose come Los Angeles era una distruzione corporale.
<<tu che ne pensi Kate?>>
Il cuore fece una breve capovolta per poi ritornare al suo posto per quello che alla mora era sembrato il giro del mondo, Carter che fino a quel momento non si era minimamente accorto della sua presenza le stava chiedendo un parere, si bloccò istintivamente e per un breve ma intenso secondo le sue guance ebbero una tonalità rosea, che nessuno percepì a parte lo sguardo che per tutta la cena le aveva fatto da ombra.
Riconnesse il cervello e piano piano rispose.
<<per quanto Los Angeles sia una bella città, io sono cresciuta in una cittadina dell'Ohayo dove il freddo è di casa, quindi non mi dispiacerebbe New York come preferenza. Almeno lì le stagioni sono percepibili.>> Concluse fissando David e aspettando un'esclamazione che non tardò a meravigliare i timpani dei presenti.
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata e persino Kate mosse un labbro, che però si trasmutò in una smorfia, assieme a lei qualcun altro era intento a fissare incredulo e arricciare leggermente le labbra.
Il moro seduto accanto a Bill aveva inquadrato bene la scenetta, Il duro Colonnello Katherine Spring aveva una tremenda cotta per il suo collega di lavoro Carter Bild.
Quella era una delle migliori occasioni che il destino aveva deciso di fornirgli e nemmeno per 1 milione di dollari avrebbe rinunciato a ciò che più desiderava compiere : LA VENDETTA.
Quella da lui programmata assieme alla biondina non aveva funzionato la sua armi subdole avevano fermato il gioco tanto da farlo mettere in cattiva luce con Chantelle, che aveva battuto la ritirata dopo 4 foto spaparazzate sui giornali, ora però un piatto d'argento sfilava davanti i suoi occhi una delle possibilità più grandi, e non perse affatto tempo a prenderla.
<<come sempre non ti smentisci mai vecchio volpone.>>
Dopo varie battutine che i ragazzi si scambiarono, alcuni di loro uscirono nell'atrio dell'hotel per poter fumare una sigaretta, mentre madre natura richiamava Kate nel bagno delle signore.
Si mosse veloce per raggiungere il primo bagno libero, passò più di due minuti per ripulire la seditoia del W.C. e poi con difficoltà e cercando di mettere a frutto i suoi addestramenti nei corpi speciale riuscì addirittura a non avere un contatto con la porcellana.
La missione era compiuta e una volta uscita dalla camera del bagno si accorò che la sua figura fosse perfetta come sempre e in ordine, sciacquò le mani e le asciugò con un fazzolettino disinfettante.
Uscita dal bagno richiuse la porta alle sue spalle e si incamminò verso la scalinata che conducevano verso la sala del ristorante.
<<kate, scusami…>> Una voce la fece voltare per far sì che la guardasse.
Dopo essersi appurato di aver attirato l'attenzione della mora, continuò, <<..so che non è stato un grande inizio tra di noi, ma spero di poter recuperare, sai ho visto come guardavi Carter.>> Il suo viso adesso aveva uno di quei sorrisi sornioni, che Kate non si fece scrupoli a far scomparire.
<<non capisco a cosa alludi, e poi io sono Katherine, non Kate!>> Puntualizzò quell'ultimo punto continuando a tenere lo sguardo fisso negli occhi del ragazzo, come credeva lui di poter anche solo sfidarla in quel campo di battaglia, lei aveva un esercito potente, lui era un semplice misero uomo, come sperava di vincere, in quella lotta di sguardi ingannatori?.
Mentalmente si era già preparato al fatto che avrebbe negato tutto, ma non aveva calcolato un piccolo dettaglio Tom era tanto ostinato quanto lei.
<<bene Katherine, non credi sia assurdo negare l'evidenza?, sei una donna intelligente, quanto astuta ma con gl'uomini non hai molto successo, ed io potrei darti una mano…>> Katherine provò ad interromperlo ma Tom riprese velocemente la parola.<<dai guardati sembri un soldato non hai un minimo di femminilità, ma col mio aiuto potresti avere Carter, non è forse il tuo LUI?>>
Sapeva benissimo come usare le parole, per quanto 'Robot' la moretta potesse essere, era comunque una donna e lui aveva una lunga esperienza in quel campo.
<<non dire assurdità, io sono felice con il mio uomo e non ho bisogno né di Carte né tanto meno di te che mi aiuti.>>
Era offesa, quel ragazzino le aveva appena aperto una ferita troppo grande perché il suo allenamento lo potesse lenire o sopportare, ma se c'era una lezione che da piccola aveva assimilato bene riguardava la debolezza. Mai far vedere il proprio punto debole.
<<.. E comunque tu cosa ci guadagneresti in tutto ciò?>>
Si era mossa per andare via, ma poi si era fermata.
<<tu non sopporti le mie marachelle, e se avessi un motivo che mi tenesse occupato dal farle probabilmente non distruggerei la tua casella vocale. Non credi sia un ottimo accordo?>>
Kate aveva abbandonato quel conversazione senza degnarlo di una risposta, come si permetteva quel ragazzino a infastidirla così tanto su un argomento tanto delicato?
Di lui -come di tutti- non poteva fidarsi.

Erano oramai le 2.00 e nonostante avesse bevuto già 2 camomille non accennava ad addormentarsi, continuava rigirarsi nel letto.
In tutta la sua vita solamente un'altra volta era rimasta sveglia per ora, ed era accaduto quando il fratellino Carl per punizione era rimasto per una notte intera fuori casa. Ora mentre continuava a sentire le parole assillanti del moretto, come dei tamburi africani che battono e anche dopo averli sentiti risuonano nella mente.
Nonostante lo odiasse tanto le sue parole erano esatte, non aveva molto successo con gl'uomini e non poteva di certo dire di essere miss femminilità.



ed ecco fresco fresco un nuovo capitolo.. :) tutto per voi.. :)
 
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Sum.
view post Posted on 13/7/2011, 13:42




Hei, molto bella ed interessante la tua fan fiction.

:)

Comunque piacere sono Sum, una nuova lettrice.
 
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17 replies since 6/7/2011, 20:00   255 views
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