PORCELLINA 6 SOLO MIA

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=Kri=
view post Posted on 28/12/2008, 17:18




Porcellina sei solo mia
–amore in contrasto-


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1
Una testa mora, dai capelli leggermente mossi.
Un corpo immobile sul letto, a pancia in giù come se fosse appena caduto di forza.
Una bocca semi aperta che sottolinea il riposo tranquillo e desiderato.
Le braccia che stringono il cuscino possessive per paura che possa cadere da un momento all’altro e disturbare il sonno.
Poi uno squillo del telefono, poi un altro, e ancora un altro.
Qualcuno aveva deciso che quella moretta distesa sul letto non potesse riposare quel giorno.
Carlotta alzò il volto assonnato e ancora ad occhi chiusi cercò a tastoni il cellulare sopra alla mensola alla sua destra.
Mentre la mano destra cercava di ravvivare gli occhi ancora chiusi, quella destra cercava il tastino giusto con il quale rispondere.
-…Onto??- La sua voce era bassa e grave, il sonno faceva una buona percentuale di quella voce apparentemente da cavernicolo dell’era mesozoica.
-Teshola!- Dall’altra parte del nokia, una voce urlò, una voce più arzilla, decisamente più sveglia della sua, tanto forte da costringerla ad allontanare il cellulare dall’orecchio.
-Shhh…- Supplicò riavvicinandolo e alzandosi dal letto, rimettersi a dormire darebbe stato un traguardo per lei.
-Carly… non stai ancora a letto vero?- La sua amica Laura dall’altra parte del cellulare con voce enigmatica sembrò rimproverarla nel sapere gia la risposta.
-No, sono in piedi.- Decisamente poco stabile in piedi Carlotta si aggrappò alla porta e l’aprì entrando in un luminoso corridoio.
-Ancora? Tra dieci minuti in piazza e non si discute!- Laura chiuse la chiamata mentre la moretta attaccandosi a un angolo della porta sembrava dormire ancora.
Ma quando il cellulare vibrò, la ragazza fu costretta ad aprire gli occhi, e lesse quel messaggio fastidioso come una zanzara.
<muoviti lo so che stai ancora dormendo!> Laura, la sua amica, era un ragazza esuberante poco più grande di lei.
Nella sua vita Laura non aveva difetti, era ricca, era bella, era intelligente, l’unica cosa che le mancava davvero era l’amore.
Carlotta mentre faceva colazione pensò a come la scuola torturasse la sua vita, lei voleva dormire, voleva riposarsi da quella vita che l’aveva stancata nella sua monotoneità.
Afferrò sul frigo il solito biglietto della madre, e sbuffando lo ripose al suo posto.
Anche quel giorno la sua famiglia era troppo impegnata per badare a lei e a sua sorella.
Dopo essersi vestita e lavata, rientrò in camera scuotendo un po la sorella
-Ehi, oggi mangio fuori, va dalla nonna ok?- Come risposa ottenne però solo un mugugno, sorrise e afferrando la giacca e lo zaino corse fuori da quelle quattro mura.
Voleva cambiare vita, voleva cambiare pensieri.
Voleva fare troppe cose, sarebbe stato impossibile farlo, o forse no…

Carlotta era seduta nel bus quando un immagine le venne in mente.
Un volto, un immagine, un sorriso, il suo sorriso.
Era una ragazza strana, quello lo aveva sempre saputo, era un mistero per chiunque non la conoscesse bene.
Era semplicemente il buio in un fascio di buio.
Scosse la testa a quel pensiero, lei non era come gli altri, era simpatica e sarcastica.
Odiava quando la definivano asociale.
Lei non lo era! Voleva fare amicizia con chi voleva lei, perché sforzarsi di essere qualcosa che non sei?
Arrivò a destinazione e scendendo dalle entrate, come suo solito fare, trovò Laura spazientita.
La bionda batteva il piede sinistro a terra mentre accigliata la guardava avvicinarsi, poi scoppiò a ridere.
Laura era diciotto anni vissuti, spassati, semplicemente quelli che tutti vorrebbero!
-Sei in ritardo!- Le disse spingendola un poco
-Non è stata colpa mia! L’autista guidava piano!- Ribatté la sedicenne sistemandosi la sciarpa intorno al collo.
-Non dire palle, ha fatto una curva che temevo che il bus si cappottasse!- Risero e si avviarono a scuola.
Scuola, cos’era la scuola?
Erano quattro mura dove gli studenti, obbligati a rimanerci, cercavano di passare il tempo andando a fare un giro per le classi, facendo arrabbiare i prof, prendendo note, flirtando nei bagni.
I bagni.
Non erano usati come comunemente ogni persona fa, no, erano come una sala d’attesa.
Nel mentre si attendeva una nota, si faceva un salto in bagno, per divertirsi prima della tempesta.
Arrivarono fuori dalla scuola, centinaia di ragazzi con facce assonnate si dirigevano come burattini verso l’entrata.
-Ci vediamo al break…- Disse la mora a Laura –e non ti imboscare in bagno!- la canzonò, l’altra sorrise e si diressero ognuna nella propria classe.

Carlotta, con fare solito, entrò in classe, la terza H.
Quando varcò la soglia rivide quelle facce da culo dei suoi compagni di classe.
I secchioni, gli svitati, le oche, i bulletti ed infine i più fastidiosi i Kaulitz.
Tom e Bill kaulitz, erano due gemelli diciottenni, ed erano componenti di una band molto famosa in Germania.
Gemelli monozigoti avevano però adottato stili diversi : uno hip-pop, e l’altro dark.
Bill, con uno stile dark, sfoggiava una capigliatura mora e liscia.
Dalla corporatura magrissima il Kaulitz più giovane aveva passato una esperienza scolastica traumatica nel biennio.
E ora, ormai diciottenne, voleva riscattarsi sugli altri, voleva sfogare tutta la rabbia che aveva in corpo.
Tom, il più vecchio, aveva invece uno stile hip-pop, completamente differente dallo stile che componeva nelle canzoni.
Il più calmo ma socievole dei due, il rastaro biondo si divertiva a collezionare chitarre e ragazze a seconda dei giorni.
L’ unica cosa che accomunava i due, oltre al patrimonio genetico era lo sguardo.
Due paia di occhi nocciola che ti fissavano a fondo, mettevano soggezione, tristezza, serenità, eccitazione.
Carlotta pensò sorridendo che avessero preso l’abbonamento alla bocciatura.
Segati per 2 anni di fila, i Kaulitz cercavano di rigare dritto, sfruttando però la classe secchiona, che si sentiva importante agli occhi dei due gemelli.
Camminando sotto lo sguardo delle ochette bionde tinte, la mora cercò il suo banco in mezzo alla massa trascinata in fondo la classe.
I banchi erano allineati su due file,in fondo alla classe, e sopra di questi i Kaultiz facevano colazione con brioches e caffè.
Bill rideva e scherzava con il gemello che, facendo gesti con le mani gli faceva capire di aver passato una bella serata.
Tom mentre rideva mostrava e stuzzicava un pircing al labbro inferiore, che faceva fremere tutte le ragazze, tranne lei.
Carlotta, era forse una delle poche ragazze se non l’unica a non subire il fascino della famiglia Kaulitz.
Odiava quei comportamenti sfacciati, quelle frasi indesiderate, quei commenti fuoriluogo, quegli sguardi nati per far imbarazzare una povera anima in pena come lei.
Arrivò al suo banco e lo scostò dalla mista posizionandolo a bordo classe, sotto lo sguardo indispettito di Tom.
La mora si sedette sulla sedia e si accasciò assonnata sul banco aspettando l’inizio delle lezioni.
-Ehi..- Una voce da maschio, scorbutica, irritata, semplicemente la sua.
La ragazza alzò lo sguardo, e i suoi occhi verdoni scurissimi attaccarono quelli nocciola e caramello di lui.
Quello sguardo strafottente, un po altezzoso, e pretenzioso.
-Che vuoi Kaulitz?- Carlotta gli rivolse uno sguardo poco simpatico,e lui rise sbattendo una mano sul banco accanto al braccio della ragazza.
-Calma il tono carina, è il primo giorno di scuola, e ti devo sopportare tutto l’anno, vedi di non farmele girare troppo sennò le altre ragazze come fanno?- Alzò il sorriso sotto la sua battuta squallida e la sua interlocutrice sorrise a sua volta.
-Tranquillo Tom, sono sicura che siete solo di passaggio qui…- Aveva lanciato una mina in un deserto, ma sarebbe scoppiata?
Il ragazzo rise di gusto scuotendo la testa e guardano il fratello che sorseggiava il caffè bollente
Poi voltò lo sguardo e se ne andò verso il fratello, l’amico Andreas e il suo clan di diciottenni bocciati.
-Che squallore…- Enunciò la ragazza ritornando appoggiata sul banco.

Durante la seconda ora, grazie al prof di storia la situazione si era ristabilita, portando anche i Kaultiz a fare attenzione.
Mentre prendeva appunti la moretta un po assonnata dall’argomento sentii picchiettarsi sulle spalle.
Non ci fece caso, e concentrata nella scrittura ignorò la chiamata e continuò a far scorrere la penna sul foglio.
-La regina Cleopatra e Antonio…- Il prof continuava a spiegare proprio come Carlotta continuava a ricevere picchiettate sulla schiena.
Dopo la terza volta di seguito si voltò indispettita –Che ce?-
-Di che nazionalità era Cleopatra?- Tom Kaulitz si divertiva a farle domande elementari per farle perdere il filo del discorso, lei non cedeva e gli rispose con naturalezza
-Egiziana..-
Ma mentre rispondeva il loro prof di storia aveva dato un informazione fondamentale e unica sulla vita di Antonio e Cleopatra, che però la mora non potè percepire.
-Prof può ripetere?- Chiese gentilmente ma il prof indispettito dalla mancata attenzione rispose a tono molto più gentile
-Ma certo che no, anzi perché lei e Kaulitz, non fate una ricerca per scoprirlo? Vi do tre giorni…- E detto questo scomparì dietro la porta con il suono della campanella
Il piccolo dispetto del prof era solo l’inizio di un qualcosa di più grande.

[continua]

Spero vi possa piacere!!
Accetto qualsiasi tipo di commento!!!
bacioni
 
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*_ivy_kaulitz_*93
view post Posted on 28/12/2008, 18:15




che bellaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!
e adesso??devono fare la ricerca insieme!!!! tom!!! che ignoranza!!!!!!!!
continuaaaaaaa!!!!!!!!!mi piace!!
 
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=Kri=
view post Posted on 28/12/2008, 19:53




Grazie mille!! aspetto ancora qualcsoa commento prima di postare!! hihhi
bacioni
 
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dolse_pati
view post Posted on 28/12/2008, 22:37




Eccomi qui a leggere la tua ff..
direi che mi intriga molto..
Tom il solito deficente rompi palle, che caccia nei guai tutti..ahah..
va be dai, continua presto, ho voglia di leggere il continuo!
 
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zuya95
view post Posted on 29/12/2008, 11:39




woooooooooooooooooooooooooooow....bello come inizio...continua!!!!^^
 
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Mietze TaTy
view post Posted on 29/12/2008, 17:02




assolutamente fantastica!!!
mi incuriosisce molto la noncuranza della ragazza verso il gemello poco intelligente.
E' molto realistica e scrivi davvero bene.
Inoltre ci sono alcuni aspetti nelle descizioni, nei tempi, wow sono senza parole.
Continua presto
 
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=Kri=
view post Posted on 29/12/2008, 17:10




CITAZIONE
assolutamente fantastica!!!
mi incuriosisce molto la noncuranza della ragazza verso il gemello poco intelligente.
E' molto realistica e scrivi davvero bene.
Inoltre ci sono alcuni aspetti nelle descizioni, nei tempi, wow sono senza parole.
Continua presto

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
posso piangere????? me commossa!! grazie tantissimooooooooo
 
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view post Posted on 29/12/2008, 17:21
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Sono una maga con i fiocchi

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ke bella ke è questa ff
Kri ti prego continua presto
 
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=Kri=
view post Posted on 29/12/2008, 21:34




2

La campanella suono anche l’iniziò dell’intervallo, e senza rivolgere parola a nessuno Carlotta si alzò e si diresse verso la terrazza.
Ad aspettarla come tutti i giorni c’era Laura, e per come era andati il primo giorno di scuola non aveva nulla da dirle.
-Allora come è la classe?- Le chiese la bionda curiosa porgendole al sua cioccolata
-No grazie, comunque un disastro- Sbuffò declinando la cioccolata
-Come mai?- Rispose questa confusa
-Kaulitz….- Disse l’altra scoraggiata, si appoggiò di schiena alla ringhiera in tempo per vederli entrare in terrazza.
Tom e Bill Kaulitz, ma che cosa trovavano in loro quelle ragazze?
Oltre ai soldi e alla musica non avevano nulla di speciale.
Scosse la testa e vide con la coda dell’occhio l’amica accendersi una sigaretta
–Carly, che sono carini non lo puoi negare…- Disse diplomatica l’altra mentre apprezzava l’aspetto fisico dei gemelli
-Non mi piacciono, li trovo insensati…- Dicendo questo spense all’amica la sigaretta e si diresse verso il bagno, doveva rifarsi il trucco.
-Andiamo a mangiare da Ghinta!- Le urlò mentre si incamminava verso l’entrata- e non fumare!!!-

Laura rimase li, osservò come la sua amica fosse cambiata ma fosse rimasta la stessa, si , Carlotta era solo cresciuta!
Laura tornò in classe dopo aver tirato un occhiata ai Kaulitz, li aveva avuti un anno in classe.
Il primo anno, poi aveva cambiato sezione e poi indirizzo, aveva conosciuto Bill nel suo periodo scuro, e vederlo cosi la deludeva maggiormente.
Rientrò in classe, e si sedette sul banco.
Era giusto cambiare per paura?
Era giusto prendersela con chi non centrava?
Era giusto cambiare?
No, non lo era.

Carlotta era entrata in bagno e si specchiava allo specchio lurido di ditate attaccato al muro.
Si passava il labello rosa sulle labbra leggermente screpolate da freddo della Germania.
Stava per sbuffare quando sentì degli ansimi provenire dietro alla sue spalle.
Trattenne il fiato, erano respiri maschili, i femminili non c’erano, o meglio non si sentivano tanto quanto quelli del ragazzo.
Solita storia dei bagni, le venne in mente la solita frase “ma cercatevi una caverna!” Scosse la testa riponendo nella bustina rosa il burrocacao.
La porticina alle sue spalle si spalancò, e una testata di capelli rossi corse fuori dalla porta imbarazzata, lasciando quasi il fumo sotto i piedi.
-…bha…- Si limitò a dire la ragazza mentre alle sue spalle compariva una figura soddisfatta e dispettosa.
-Ma guarda chi si vede!- Disse Tom alle sue spalle mentre la osservava dallo specchio sfocato.
Lei scosse la testa e alzò un sopracciglio.
-Hai gia un’idea di come stendere la nostra ricerca?- Si avvicinò alla ragazza bloccandola sul marmo.
Mise a contatto il suo petto con la schiena di lei, ignorando però un particolare… Carlotta lo odiava.
–Come sai sono occupato con la musica, non ho il tempo per i compiti a casa..- Le sorrise strafottente ma lei scosse la testa liberandosi.
-Non mi importa, è stata colpa tua, anche tu ti impegnerai, non aspettarti che faccia anche per te!- Disse scontrosa, lui per risposta controbatte – Domani sono impegnato, e mercoledì pure!!! Mi dici quando la faccio?-
Lei sorrise, Tom non l’avrebbe ingannata –Oggi Kaulitz, che scusa hai??-
-Devo stare con mio fratello, gli ho promesso che mangiamo insieme!- Disse sicuro di averla sviata
-Scordatelo, fallo venire anche lui, ci vediamo davanti al Ghinta…- Senza attendere risposta uscì dal bagno.
Se Tom era rilassato e soddisfatto grazia alla ragazza rossa, dopo quell’uscita non lo sarebbe più stato.

-Stai scherzando vero??- Laura furiosa.
Urlava all’uscita della scuola, mentre Carlotta imbarazzata si grattava il capo –Anche Bill verrà? Lo sai che non ci parliamo!- Le disse canzonandola e facendola sentire una caccola.
-Mi dispiace ma era l’unico modo Lally!- Disse la mora dispiaciuta, poi salì sulla moto dell’amica e partirono sotto l’ultima affermazione di Laura.
-Però paghi tu!- Rise e mise in moto per non sentire la risposta dell’amica.

Arrivarono poco dopo davanti al “Gintha” e Bill e Tom erano gia all’interno che avevano ordinato
-Cafoni!- Sussurrò la mora, mentre la bionda annuiva entrando.
Li raggiunsero al tavolo dove una montagna di briciole si alzava sui ginocchi del biondo.
Carlotta si guardò intorno –Coma mai senza omoni neri?- Chiese a Bill che dei due era quello che più sopportava
-Chi ti dice che non ci sono!- Ribatté sicuro –Vi sedete con noi o prendete un altro tavolo?- Chiese poi con fare arrogante.
La bionda sospirò e si sedette, mentre la mora andò a ordinare il pranzo per se e l’amica.
Arrivò al bancone dove un bel ragazzo moro dagli occhi azzurri le sorrise e le chiese cosa desiderava mangiare.
Tanta gentilezza la colpì e gli sorrise senza una motivazione – 2 pizze e 2 sprite!- Lui annuì e scomparì in cucina con i contanti della ragazza tra le mani.
-una mano signorina?- La mora senza voltarsi rispose –Che vuoi Tom?-
-Nulla, ho lasciato da soli quei due… - e guardò il fratello e Laura che parlavano senza guardarsi negli occhi.
Anche la mora si voltò e sorrise.
–Perché ridi?- le chiese il biondino curioso –Mio fratello ti fa ridere?- Chiese minaccioso.
Lei lo guardò –No, mi fa tenerezza, secondo me è un bravo ragazzo, non è come te.- Esordì afferrando le pizze e le bibite da sola.
Mentre barcollava ritornando al suo posto, Tom afferrò le due pizze –Gia, Bill non è come me..- E un po triste e in silenzio porse a Laura la pizza e si sedette dopo aver appoggiato la seconda.

Durante tutto il pranzo Tom rimase a fissare le due ragazze.
Non cadevano ai loro piedi come bambole, non annuivano a tutto ciò che dicevano, non appoggiavano tutto, anzi.
-Bill, mi passi il sale?- Chiese Laura sen<a alzare lo sguardo dalla pizza
-E’ insipida?- Le chiese lui, mentre glielo porgeva
-Si è immangiabile.- le rispose –Peggio di quella di “Finis”!!- Sorrise lei ricordando la cena di classe della prima superiore, alla quale anche Bill aveva partecipato.
-Ohi!! Si me la ricordo!- Sbottò lui, fu così che iniziarono a scherzare e parlare sotto gli occhi sbalorditi del fratello.
Tom era rimasto a bocca aperta, era tempo che non vedeva il fratello divertirsi seriamente, senza fare cavolate per accompagnarlo nelle sue pazzie.
Sorrise e quel sorriso fu sorpreso dagli occhi della mora.
Imbarazzato e sorpreso abbassò lo sguardo, mentre sentiva quegli occhi fissarlo ancora.
-Vado in bagno…-
Carlotta si alzò, la sprite aveva fatto effetto troppo presto!
Tom si alzò e usci fuori dal locale, aveva bisogno di una sigaretta.
Cosi rimasero Bill e Laura a parlare come due sconosciuti
Era calato un silenzio, tipico di un imbarazzo.
Tipico di quando hai troppe domande da fare, ma poco tempo per farle.
Laura prese un respiro, e poi chiese a bill ciò che per 2 anni si era chiesta incessantemente.
-Bill perché sei diventato cosi?- Gli chiese lei guardandolo in volto, lui non ripose –Bill, devi renderti conto, che questo –disse indicandolo –Non sei tu.-
Lui alzò lo sguardo verso di lei –e che ne sai di come sono io?- Disse bruscamente allontanandosi appena con il busto.
-Lo so Bill, lo vedo, i tuoi occhi lo rivelano, non cè cattiveria in te, non sei arrogante, non puoi fingere per sempre- Disse poi continuando a mangiare e chiudendo l’argomento come per non volerne più parlare per nessuna ragione.
Al ragazzo rimase un dubbio dentro di se: Chi era lui?
Era quel ragazzo arrogante, maledettamente bello e desiderato da tutte?
Era ancor quel ragazzino chiuso, debole e spaventato di quattro anni prima?
Era il cantante dei “Tokiohotel” gruppo famoso in tutto il mondo?
Chi era lui?
Se l’avesse chiesto a Tom gli avrebbe risposto con un “Bill, ma che dici? Tu sei tu!-
Si ma chi era lui??
Doveva capirlo in fretta, o avrebbe perso quelle amicizie che stava trovando.

Tom al di fuori del fast-food, fissava quella sigaretta consumarsi tra le sue mani.
Mentre era immerso nei suoi pensieri, si accorgeva di come aveva cambiato Bill, di come il successo aveva cambiato il suo gemello.
Era stata colpa sua, o almeno ne era convinto, Bill non era come lui, e la moretta aveva ragione, Bill era gentile, forse un po egoista, ma comunque il suo opposto.
Erano proprio le loro diversità a renderli tanto uguali.
Scosse la testa e entrò in quelle quattro mura, osservò da un angolo il fratello restare muto, a sorseggiare la sua bibita.
Accanto a lui la biondina lo giurava con un sopracciglio alzato.
Poi questa sorrise e protendendo una mano verso il viso del ragazzo sfiorò quel piecirg sul sopraciglio sinistro.
-Da quando lo hai fatto questo?-
-mmm, sai che non ricordo?- Disse lui sfiorandolo a sua volta.
-Ti sta bene…- Sorrise lei per poi aggiungere –Non è bello come il mio però…- non finì la frase e sorrise.
Bill arrossì appena e a Tom per un attimo gli venne in mente Bill suo fratello, non il suo socio in affari, non il suo braccio destro, non il cantante della loro band, solamente Bill.
Sorrise e entrò nel bagno delle signore.
Come Bill era Bill, lui era Tom
 
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Mietze TaTy
view post Posted on 30/12/2008, 02:11




CITAZIONE
Sorrise e entrò nel bagno delle signore.

l'ho sempre detto che aveva la farfallina lui ma nessuno mi credeva ahahahahah
che porco


capitolo stupendo , ma è triste vedere Bill così, mi tornare a pensare alla sua infanzia, mi fa pensare a quanto il successo possa condizionare ogni suo legame, ogni suo geto , respiro, tutto.

Capitolo stupendo davvero, vedo un buon futuro in questa ff.
 
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dolse_pati
view post Posted on 30/12/2008, 14:43




bellissimo questo chappy..
Mi inizia a piacere veramente questa ficcy.. posta presto
 
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zuya95
view post Posted on 30/12/2008, 14:55




tom fai schifo...ma quanto posso odiare quel ragazzo???ahahahah!!!cmq bel chappy!!!^^
 
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view post Posted on 30/12/2008, 15:35
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Sono una maga con i fiocchi

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è stupendo questo capitolo
continua presto
 
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=Kri=
view post Posted on 30/12/2008, 16:29




Grazie mille ragazze!!! hihiihih
posto prestissim!!
approfitto per invitarvi a leggerel l'altra mia ff!
4 soul!!
datemi il vostro parere baci
 
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=Kri=
view post Posted on 31/12/2008, 11:22




3

Carlotta era in bagno da un bel po.
Si osservò allo specchio storcendo il naso.
-Santo Dio…- Rovistando nella borsa, cercò disperatamente la bustina dei trucchi, li dentro ci sarebbe stata la sua salvietta struccante per le emergenze.
Il caldo del bagno aveva atto colare il suo dipinto sul volto, e nonostante non si notasse, ne era terribilmente irritata.
Si struccò velocemente, liberando quel verde appena accennato nei suoi occhi.
-E’ inutile che sorridi.. – Lei si voltò di scatto.
Tom era appoggiato alla porta a braccia conserte, sorrise –Tanto sei comunque brutta…- Sorrise ancora storcendo il naso.
Come era solita fare, non badò alla sua battuta e rintracciò sui suoi occhi una leggera riga marrone.
Soddisfatta chiuse la borsa e si lavò le mani.
-Non dovresti essere qui Kaulitz…- Disse senza minima preoccupazione.
Avvicinandosi lui si appoggiò al marmo, e facendo forza sulle braccia, finì seduto su di esso.
-Da quando ti preoccupi di quello che faccio?- Le rispose inclinando la testa.
Lei lo guardò, scosse la testa, in modo serio e si avvicinò appena –Non voglio che finisci in punizione…- Disse sorridendo
-Perche?- Disse lui sconvolto, contento, ma soprattutto sorpreso.
Lei scoppiò a ridere davanti alla sua figura che iniziava a pavoneggiarsi credendo di aver ricevuto una gentilezza
-Perché oggi dobbiamo fare la ricerca…-
Lui incurvò le spalle sbuffando –Me ne ero dimenticato..- Sorrise e scese dal marmo.
-Andiamo…-
Uscirono da bagno e si addentrarono al corridoio che arrivava alla sala da pranzo.
-Comunque sei più carina senza trucco..- Disse lui aumentando il passo e raggiungendo il tavolo del gemello.
La mora rimase ferma e alzò un sopracciglio.
Tom stava cercando di confonderla, ma lei ugualmente sorrise e raggiunse l’amica.
Si sedette accanto a Laura, che bisticciava con Bill.
-Non è vero Bill!-
-Si invece, te lo assicuro!- Il rastaro e la mora si scambiarono uno sguardo enigmatico e alzarono le spalle all’unisono.
- Che succede?- Tom si rivolse al fratello che gli rispose –Laura dice che in Joe black la ragazza sapeva alla fine è contenta che suo padre è morto!-
Tom spalancò gli occhi e guardò la bionda -…Ma se piangeva!- Esordì prendendo una fetta di pizza dal piatto della mora.
-Tranquillo!- Disse lei notando la sua scioltezza, poi guardò l’amica –In effetti piangeva però…-
-Non capite nulla voi 3, era riconoscente del fatto che la morte gli avesse lasciato il ragazzo, anche se aveva perso il padre!- Disse convinta e con le braccia conserte.
Carlotta annuì –Brava amore mio!! Ha ragione lei!-
-Invece no!- Esordì Bill testardo come non mai!
-Basta cosi!- Esordì la mora –Ora io e Kaulitz dobbiamo andare a studiare!-
Il biondo sorrise marpione e raccogliendo la tracolla, salutò il fratello e la ragazza con un cenno della mano.
-Allora? Che fai?- La mora lo attendeva all’uscita quando lui ancora era a pagare la sua pizza.
-Arrivò…- Le passò accanto sfiorando il suo lato B, con innocenza.
La ragazza storse la bocca scuotendo la testa e si avvicinò alla fermata del bus.
-Ehm, scusa dove vai?- Gli chiese lui, con nonlachance –Ho la macchina!-
Prendendola per le spalle la trascinò alla portiera –Dai sali bruttina!-
Lei sorrise maleficamente –Ok…- Salì tirandosi pesantemente la portiera della Cadillac nera, rischiando di tranciare una mano al ragazzo.
Lui correndo nei suoi jeans extra large entrò in macchina sbraitando –Ma sei impazzita, io con le mani ci lavoro!-
-E non voglio sapere come!- Disse allusiva lei ridendo e guardandolo in volto.
Lui sbuffò , non avrebbe mai vinto contro di lei, ne sapeva una più del diavolo.
Mentre guidava verso casa sua rivolgeva, ogni tanto, un fugace sguardo a quella ragazza.
La stava portando a casa sua, nessuna persona di sesso femminile, e non adulta aveva varcato quella porta.
Cosa sapeva di lei?
Sapeva il suo nome, il colore dei suoi occhi.
Sapeva che aveva voti eccellenti con il minimo sforzo.
Sapeva che odiava lui e Bill, come nessuno mai.
OK… Non sapeva praticamente nulla di lei.
La guardò ancora era appoggiata sullo schienale della sua costosissima macchina come se fosse seduta su una poltrona.
Scosse la testa e si chiese come potesse odiarlo così tanto.
Era un sex gott, era famoso, era bello e ricco, era uno dei ragazzi più ambiti di tutta la Germania, poteva avere qualunque ragazza.
Tutti volevano conoscerlo, essere suo amico, e addirittura essere la sua ragazza, perché lei no?
Sorrise per un attimo, gli piaceva l’idea che la mora l’odiasse, poteva divertirsi, farle dispetti e litigare come poco faceva.
Si con Carlotta avrebbe potuto divertirsi come i bambini dell’asilo.
-Siamo arrivati…- Annunciò entrando in un cancello nero.
Davanti agli occhi verdi della ragazza si alzava un enorme palazzo nero e rosso.
-Cazzo!- Esordì senza alcun problema.
-Wow che finezza!-Sorrise poi lui accostando.
Lei guardò ancora la villa incredibilmente enorme e lo guardò
-Caspita, sapevo che eri ricco.. ma…- Lui scosse la testa triste.
-Continuerai ad odiarmi?- Le chiese scendendo dalla macchina.
-Certamente!- Esordì lei scendendo, lui sorrise, ci sarebbe voluto di più di una villa per farsi un’amica come lei.

Bill e Laura si alzarono solo dopo ore dal tavolo.
-Bhe Bill ora devo andare- Disse lei pagando, il suo sguardo era un po triste.
-Dove vai?- Le chiese lui accendendo una sigaretta.
-Non lo so… a casa- Lui sorrise e scosse la testa.
-ok, allora ciao!!- Sventolando la mano al vento Bill si incamminò verso la sua macchina sorridente.
Laura sapeva benissimo, che quel Bill, non sarebbe stato lo stesso il giorno dopo.
Un po amareggiata salì sul suo scooter, doveva lavorare quel pomeriggio, e il suo lavoro era il più divertente che ci sia, ma solo se sai disegnare.

Carlotta entrò in quella casa enorme.
L’ingresso lo era altrettanto, e ammirando i soffitti altissimi sorrise.
-Non crederai di impressionarmi vero Kaulitz?- Disse ridendo.
-Ragazzi?- Una voce un po rachitica si avvertì nella sala accanto.
Tom entrò in quella che doveva essere la sala principale.
-ciao nonno! Come stai?- Il ragazzo si avvicinò a una sedia a rotelle dove un vecchietto pelato e rachitico protendeva le mani verso di lui.
Probabilmente ceco, l’anziano signore accarezzò i capelli di Tom.
-Tom, come stai?- Disse tremando un poco.
-Benissimo!- sorrise posandogli un bacio sulla fronte, la ragazza sorrise sospirando appena
-Chi ce con te?- Disse in vecchietto protendendo il viso verso l’entrata
Tom con un cenno del capo fece avvicinare la ragazza che si inginocchiò davanti al vecchio.
Questo le accarezzò i capelli lunghi, e poi il sopracciglio sinistro.
-Di sicuro non sei Bill, eh eh!- Disse ridendo e mostrando un sorriso sdentato.
Lei sorrise e chiuse gli occhi.
Le mani del signore tracciarono i suoi lineamenti dolci, mentre sorrideva
-Sei una dolce donzella vero?-
-Si signore!Carlotta, piacere- sorrise appena stringendo le mani di nonno Kaulitz.
-Dolce mica tanto…- Azzardò Tom beccandosi uno sguardo raggelante dalla mora.
- Piacere signorina!- Sorrise ancora il vecchietto, per poi rivolgersi a Tom.
-Tom, te lo dico da uomo che ero! Come dite voi giovani?- Alzò la testa al soffitto portando un dito sul labbro.
Tom guardò la ragazza, sapeva benissimo , cosa voleva dire suo nonno.
Nonostante l’odiasse, nonostante non potesse starle accanto senza strozzarla, Tom non poteva negare il fatto che fosse molto carina.
-Una topa da paura!-
L’affermazione del vecchietto fece ridere i due ragazzi che scuotendo le teste si prepararono per iniziare il pomeriggio di studio.


[continua]
 
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