| Sasith90 |
| | Ed ecco il nuovo capitolo E come sempre l'ho postato di getto CAPITOLO 4: UN ADDIO?
La città sfrecciava fuori da quei finestrini oscurati, l’auto si muoveva silenziosa per le strade deserte. Ti capitava di vedere qui e là qualche compagnia che aveva bevuto una birra di troppo e si divertivan in lotte a palle di neve o qualche barbone che ciondolava qua e la alla ricerca di un posto caldo dove trovar ripare dal gelido inverno berlinese. Difatti non si trattava di quel freddo europeo al quale eravamo abituate, quello quasi umido che ti arriccia i capelli, ma uno di quelli che ti penetra lentamente nelle ossa, che ti debilita e ti fa camminare con il viso immerso in una sciarpa di lana. Il paesaggio era innevato e riportava alla mente il Natale. Già, sarebbe stato Natale a breve e quell’anno io ed Ilenia l’avremmo trascorso insieme proprio li, in Germania. Ma mai, proprio mai, avremmo pensato sarebbe finita così, in quella macchina, quella sera, con loro. Mi guardavo intorno, tastavo i sedili di pelle sotto i miei polpastrelli, analizzavo lo sguardo curioso dell’autista che ci guardava alquanto divertito dalla strana situazione, l’orologio sul display della radio spenta, il profilo di Bill al mio fianco quasi statuario… quasi come avessi paura di svegliarmi da un momento all’altro. Poi mi volta per guardare quello che era il mio unico punto fermo in quella situazione, ovvero Ilenia. La fissai per un po’, era li che fissava il paesaggio fuori dal finestrino; poi, quasi come se avesse sentito il mio appello silenzioso e disperato di aiuto, di voltò per incrociare così il mio sguardo. Sgranò gli occhi, anche lei forse in ricerca di aiuto, allungando la mano per cercare la mia. Io l’afferrai e la strinsi, mentre i gemelli, seduti esattamente tra noi, guardarono quel gesto interdetti. -Cavolo facciamo proprio paura… sì che Bill è struccato… - scherzò Tom. Bill gli diede una gomitata nel fianco, sorridendo di sghembo e aggiungendo: -Ragazze tranquille, quando arriveremo a destinazione vi chiameremo un taxi e tutto sarà finito… Ilenia mi sorrise e rispose, come parlando tra se e se: -Parla come se la situazione ci dispiacesse! Io le sorrisi, stringendole la mano emozionata. Cioè in quel momento ero spalla spalla con Bill, il mio braccio sfiorava il suo petto, come quello di Ilenia sfiorava quello di Tom, ed eravamo chiuse in un’auto con quelli che erano tra i nostri idoli di sempre. Queste cose non accadono nemmeno nei film, cosa che se l’avessi raccontato a qualcuno non ci avrebbe mai creduto. -Perché dici così? – le sorrise Tom malizioso, avvicinando quasi il suo viso a quello della ragazza, come mi aspettavo avrebbe fatto: Ilenia gliel’aveva servita su un piatto d’argento. Ilenia lo fissò un po’ intimidita e poi rispose: -Bè di base anche noi siamo vostre fan, anche se non possiamo essere paragonate a quelle ragazzine isteriche di poco fa… sarai stato anche tu fan di qualche musicista… immaginati quindi una situazione del genere… Tom fece finta di pensarci seriamente e poi rispose sorridendo: -Be io ne avrei approfittato… -Toooom.. – lo riprese il fratello di cui, nonostante si ostinasse a portare gli occhiali da sole, si notavano le sopracciglia aggrottate. -Ragazzi qui c’è poco da scherzare. – intervenne freddamente Jost, impegnato da un po’ di tempo in un giro interminabile di chiamate a messaggi – Spero sinceramente quelle ragazze non abbiano scattato foto compromettenti! Dobbiamo solo ringraziare il signore che non ci fossero paparazzi in giro, altrimenti sarebbe successa una catastrofe. Ricordate chi siete… -Non lo dimentichiamo mai David, sappiamo di non potercelo permettere… - rispose subito Tom, guardando in direzione del manager, mentre Bill fissava immobile il vuoto davanti a se. Sentivo un clima freddo, gelido, come se la temperatura in auto fosse scesa e, forse sarà stata un’impressione, ma vidi il pugno di Bill stringersi in una morsa soffocante. -Ma io non penso.. non ho visto flash o cellulari… o forse i cellulari si ma non penso abbiano fatto in tempo…- farfugliò Ilenia. -Me lo auguro davvero, anche per voi ragazze…- rispose l’uomo – Siamo arrivati per fortuna… Mi voltai e notai che l’auto stava rallentando davanti l’ingresso di un lussuosissimo ed illuminato hotel, proprio nel loro stile, che evidentemente aveva aperto la portineria solo per loro vista l’ora tarda. -Eccoci qui… - rispose Bill allungandosi quasi su di me, e aprendomi la portiera. Io ero rimasta li immobile, mentre il suo profumo mi entrava nei polmoni. La porta anteriore dell’automobile si aprì e mi affrettai a scendere dall’auto. David fece lo stesso e raggiunse gli altri che ci raggiungevano con l’altra auto. Bill, Tom ed Ilenia uscirono ed io corsi al fianco della mia amica, abbracciandole il bacino con il braccio, in preda ad un quasi attacco di panico. Non volevo tutto finisse. David tornò da noi con gli altri e ci avvisò che il taxi sarebbe arrivato a minuti; intanto, per non rischiare la paparazzata sventata qualche minuto prima, ci invitarono ad entrare nella hall ed attendere li. La band fu molto carina e decise di rimanere ad aspettare con noi, nonostante i continui incitamenti del management nell’andare immediatamente nelle loro camere. -Così avete sventato lo scoop! – sorrise Georg sorseggiando il suo caffè. -Dai avrebbe portato ulteriore pubblicità!- scherzo Gustav. -E la morte delle nostre nuove amiche… che bel regalo di Natale! – gli diede una pacca Tom tornando con le nostre bibite calde. -Di chi è la cioccolata calda? – chiese il chitarrista porgendo la tazzina. -Chi cazzo ha il coraggio di bere cioccolata calda or..- chiese Ilenia ma la interruppi prima che potesse concludere la domanda. -E’ mia! Lei si voltò sconvolta: -Sara ma sei una fogna! Sono ormai le 5 del mattino e ti prendi una cioccolata calda?! Senza parole. Tutti sorrisero, mentre io arrossii violentemente. -Povera su… d’altronde anche io l’ho presa, il bar aveva poco da offrire… -aggiunse Bill prendendo la sua. La mia amica ci fissò interdetta; sapevo cosa stava pensando e difatti aggiunse: -Solo voi, SOLO VOI due potevate fare una cosa del genere. Ero sicura sareste andati molto d’accordo se mai vi foste incontrati! Ah, il destino… l’anima gemella… Sospirò Ilenia, portandomi alla memoria la sua teoria secondo cui io e Bill eravamo anime gemelle perdute. Io allora la fissai sorridendo, incrociando il suo sguardo che si illuminò capendo in anticipo quello che stavo per dire e implorando pietà con lo sguardo. Pietà che non ebbe. -Vabbe Ilenia anche tu ti sei trovata bene con il fratello come avevo previsto io… Lei arrossì, guardandomi con uno sguardo che diceva solo: “Ti odio”. Ed ecco che improvvisamente le luci del nostro taxi illuminarono la stanza. Una morsa mi attanagliò lo stomaco, stava finendo tutto. Quella serata così assurda, così inverosimile, era giunta al termine. E di certo non volevo. Ilenia mi fissò mentre ci alzavamo, mi prese per mano e mi quasi trascinò da quel sogno. Eravamo davanti le porte automatiche, che si aprivano e chiudevano dal momento che noi non ci decidevamo né ad uscire né a restare nella stanza. -Beh… che dire… - prese la parola Bill - .. buon ritorno a casa e… buon natale! No. Era davvero il momento del saluto ed io ero li a fissarlo con uno sguardo ebete. Perché era così dannatamente perfetto? -Mamma che scandalo siamo… le mandiamo via così senza un regalo di natale… - sorrise Gustav, lasciandomi alquanto sorpresa. Parlava. -Io un regalo in mente l’avevo ma mi sa che si è fatto tardi… non abbiamo tempo di “scartarlo” per bene… - ammiccò Tom ad Ilenia, che si girò verso di me sconvolta. -Ma guarda non ci teniamo a scartare nessun regalo qui… - sorrise scettica la mia amica. -Beh possiamo ancora fottere un souvenir all’albergo e spacciarlo per nostro… - suggerì Georg. Bill quasi ci pensò seriamente e poi sorrise sadico, ma pensò abbandonò subito l’idea e tornò a guardarmi. -Be un’idea non l’avete? Una cosa fattibile per rendere memorabile la serata – ridacchiò da solo alla sua battuta. Io ci pensai seriamente su e poi mi venne un’idea. Stupida si, ma comunque una cosa che mi avrebbe resa felice più di ogni altra cosa. -Ecco. Degli auguri. Anche se mandati con un messaggino anonimo. Sarebbero il regalo di Natale più bello che tu possa farmi… Non so come trovai il coraggio di dire una cosa simile. Però sarebbe stato il TOP, come dicevam sempre io e Ilenia. Avere un messaggio nel tuo cellulare sapendo che è ti è stato mandato dalla tua star del cuore, da un tuo idolo… sarebbe la sensazione più bella del mondo. Il cantante mi guardò sorpreso e già iniziavo ad aver paura che la mia proposta fosse stata troppo esagerata e presuntuosa. Poi invece si voltò e si diresse verso il bancone della receptions, porgendosi in avanti e prendendo una penna ed un pezzo di carta. -Avanti, spara il numero… - disse usando la schiena di Tom come scrittoio. Io iniziai a balbettare il mio numero di telefono, ancora incredula. -Ehi! Segnati anche quello della mora! – sottolineò Tom, piegato in due. Sentii la mia amica deglutire, stringendomi la mano. Quando i numeri furono segnati, si voltarono tutti sorridenti per salutarci, con una stretta di mano. -Allora… ci si sente presto… -sorrise Bill. -Si… -risposi sorridendo. -Addio... anzi no... non credo sia un addio... meglio un... "arrivederci"... - sorrise. -Si arrivederci... Guardai Ilenia, ci voltammo e attraversammo quella porta. Il cuore in gola, il respiro accellerato. Il suono della portiera del taxi che si chiudeva fu peggio di un rumore assordante, che ti lacera l’animo. Guardai Ilenia e, come se fossimo programmate per eseguire le stesse azioni, urlammo all’unisono, abbracciandoci e piangendo. -Beh! Cos’è questo baccano a quest’ora?! – si lamentò il conducente. -Si ci scusi… è che abbiamo vissuto un’esperianza abbastanza emozionante… - sospirai asciugando le lacrime. -Direi… -annuì la mia amica fregandomi il fazzoletto. -Be.. dove vi porto?- ci chiese spazientito e arreso l’uomo. Dettare il nome della via di casa nostra fu molto più dura di quanto immaginavo. Eravamo tornate alla realtà. Avevamo detto addio a quel sogno. O almeno così credevamo.
-CONTINUA- Edited by Sasith90 - 2/6/2010, 03:03
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